Un'estate in Provenza...!
- Terry
- 23 set 2020
- Tempo di lettura: 10 min
Aggiornamento: 19 gen 2022

L'altra sera ho visto un film intitolato ‘Estate in Provenza’ … come un presagio!
Il film parla di una coppia hippie degli anni 70 ma in pensione, trasferitisi in quella regione dove portano i tre nipoti a fare le vacanze.
La colonna sonora iniziale è ‘The sound of silence’ di Simon&Gurfunkel, la mia canzone preferita anni’70 e la finale è 'Paradise’ dei Coldplay che è stata la musica di entrata del matrimonio di mia figlia, quasi un presagio per un film molto apprezzato soprattutto per la fotografia.
Nel film appena i ragazzi arrivano in provenza escalmano ‘Ca..o che caldo’… la stessa cosa che dissi io appena arrivata.
Mi ha rammentato il viaggio in Provenza e Camargue fatto nell’estate del 2017, un’estate rovente con 40°.
Avevo deciso di andare in treno, mezzo da non da sottovalutare che abbiamo usato altre volte: in treno ci si rilassa e si gode il paesaggio che porta a destinazione.
Il viaggio è cominciato col tragitto Milano-Nizza con un treno che dall'italia porta al sud della Franzia che si chiama Thello. Il percorso non è particolarmente interessante e col treno si evita una parte di stress di guida.
Arrivo previsto a Nizza e noleggio macchina per andare poi a fare un tour in questa zona intrisa di profumi e di storia.
Il giro l’avevo programmato io prenotando con rb&b tre luoghi clou da cui partire per vedere la regione.
Nizza è molto conosciuta ma ho preferito lasciarla al ritorno per visitarla meglio.
Ritirata la macchina noleggiata precedentemente è subito cominciato il viaggio verso Aix-en-Province.
Nel percorso un sosta da non perdere a Grasse che si trova in costa azzurra ed è la capitale dei profumi. Grasse un tempo era una città agricola e fu Caterina de Medici, promessa sposa del duca di Orleans a suggerire la produzione dei fiori per profumare i guanti delle nobildonne invitate a corte.
Grasse è famosa per i campi di lavanda e altre spezie con cui si fabbricano i saponi, anche i famosi di Marsiglia, e tantissimi cosmetici naturali. Il paesino è piccolo con una strada centrale costellata da negozietti di profumi; tutte le case hanno balconi con fiori e tanto verde che, considerando il periodo estivo, erano in piena fioritura dando un aspetto molto allegro alla città
Violette, gelsomini e lavanda sono il punto forte dell’economia di questo villaggio.
Ovviamente c’è il museo della profumeria ma è nell’unica via centrale che si snidano piccole boutique artigianali dove trovare questi prodotti. Mi sono soffermata a vederli, ho comprato un profumo per biancheria alla lavanda super profumato. Mi sono fermata solo mezza giornata perché alla fine la si visita solo per questo motivo.
La Provenza è una zona molto ampia del sud della Francia che comprende Cannes, Antibes e Marsiglia anche se i provenzali (come citazione dal film) asseriscono che Marsiglia ha una cultura e una mentalità completamente diversa da loro. Infatti qui non mi sono fermata.
Quindi proseguo verso la prima tappa: Aix-en-Provence con un caldo rovente.
La cittadina è molto elegante e raffinata, piena di storia e si trova nel nord della Provenza.
Ha dato i natali a Cezanne, famoso pittore impressionista, che ha lasciato una presenza forte avendo vissuto qui per molto tempo.
Il piccolo appartamento prenotato era proprio nel centro della cittadina, la tipica casa d’epoca con scale di pietra ripide …
Ho salito tantissime scale in quel viaggio, tutte documentate e ridendo l’ho soprannominato ‘il viaggio per le scale’.
La casa era sopra al Corso Mirabeu che divide la parte vecchia da quella più recente. Il piccolo appartamento era arredato in stile etnico-provenzale, piacevole ma senza aria condizionata: solo un ventilatore ma era così carino!
Il corso Mirabeu si riconosce per gli alberi ad arco e i palazzi nobiliari fatti costruire dai ‘nuovi borghesi’ dove tutti i giorni si allestisce un mercatino lungo tutta la via, con prodotti artigianali: tra essenze, collane in legno, tovaglioli ricamati.
Io ho acquistato una collana che metto sempre, ma il mio ricordo più forte fu il caldo terribile.
Ci sono molte cose da vedere tra piazzette, musei e fontane. Oltre all’atelier che fu di Cezanne, è bello camminare tra le stradine coi tipici caffè all’aperto, artisti di strada e angoli incantevoli.
La torre dell’Orologio che oggi ospita il municipio è spettacolare. Ho sostato tre giorni godendo delle bellezze naturali e storiche.
Proseguendo, la seconda tappa era Avignone ma nel percorso ho deciso di fermarmi a
Salon de Provence. Non è un paese che ha delle attrattive particolari e, tra l’altro ho mangiato male.
Il cibo è stato un po' la spina del fianco di questo viaggio perché, tralasciando il pesce mangiato al mare, vedersi arrivare un piatto con la carne e come contorno gli spaghetti non è proprio nelle mie corde!!
La cosa che mi ha incuriosito è stato vedere l'insegna del museo di Nostradamus. Un piccolo museo ma orchestrato molto bene. Nostradamus penso sia un nome che tutti conosciamo e fu reso famoso dopo la pubblicazione del libro ‘Centurie et Propheties’, scritto a quartine e in rima e successivamente diventò il medico di Caterina de Medici.
Caterina era interessata alle profezie sulla morte del marito…si talvolta l’amore delle donne per i mariti è un po' controverso!!
Le sale sono una sopra l’altra… ancora scale… con scene di vita quotidiana molto povera corredata di musiche un po' misteriose. Mi ha sorpreso lo studio di Nostradamus ma una grande meraviglia sono stati gli studi di astronomia che si vedono sulle pareti nel mezzanino riscendendo dalle scale.
Certamente le sue profezie non erano verità ma con l’interpretazione, ai posteri ha portato a credere che avesse ragione.
Altra tappa,Avignone. Considerata la città dei Papi, gran parte della sua bellezza è dovuta al palazzo dei Papi costruito nel '300 che ha più le sembianze di un castello. Qui in luglio si svolge un festival che riempie ogni angolo della città coinvolgendo artisti di strada, fotografi e scrittori e dura tre settimane.
Nella città scorre il fiume Rodano ( le Rhòne) dove si trova il famoso ‘Ponte di Avignone’, quello di una conosciuta canzoncina in francese tratta da un’operetta in voga a fine ottocento e che mio padre mi insegnò quando ero molto piccola.
“Sur le pont d’Avignon
On y danse, on y danse
Sur le pont d’Avigon
On y dance tous en rond”.
La leggenda dice che fu costruito dal pastore Benezet che ebbe ordine di costruire il ponte da un angelo e dovette lottare con il vescovo e i cittadini per farlo. Per convincerli lanciò un masso nel mezzo del Rodano: il masso si vede ancora oggi per la gioia di chi ci crede.
Il ponte era un capolavoro di ingegneria ma oggi rimangono solo quattro delle campate originarie: è considerato Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Vi garantisco che è suggestivo arrivare al ponte verso il tramonto per l’atmosfera particolare che i raggi del sole riflettono sulle pareti di pietra dell’adiacente palazzo.
Ad Avignone ha sede un museo, con tante scale... che ospita dei quadri leggendari di Degas, Manet e Cezanne ed è pensato come una dimora al cui passaggio si possono ammirare questi capolavori. Nel museo c’è l’unica opera rimasta in Provenza di Vincent Van Gogh, pittore che io amo particolarmente perché nella sua ‘pazzia’ ha dipinto quadri vivissimi con la sua tecnica a pennellate.
Come in molte città provenzali anche qui troviamo la piazza dell’orologio che si trova in cima al municipio.
La chicca da non perdere però, è lo spettacolo ‘ Les luminessence’ che dimostra come rendere interessante per adulti e bambini un edificio così austero.
Lo spettacolo si svolge la sera nel cortile del castello e viene narrato infrancese o inglese; tutti i partecipanti sono seduti per terra e sulle pareti vengono proiettati giganteschi ologrammi che raccontano di battaglie e personaggi di tutta la storia Avignonese: veramente emozionante.
Io sono rimasta letteralmente estasiata passando 45 minuti immersa in una storia antica tra luci e musiche.
Avignone compete con Arles per quanto riguarda il cibo: essendo circondata da un immenso orto di verdure e ortaggi si possono assaggiare la famosa ‘ratatouille’ oppure quello che ho ordinato io: la ‘daube avignonnaise’ che è un cosciotto di vitello marinato con erbe e vino locale… una delizia.
Per non perdere tempo ho soggiornato in un hotel tra i tanti liberi per una notte.
Il giorno dopo questa esperienza sensoriale ho guidato alla volta di Arles che si trova nel dipartimento delle Bocche del Rodano ed è il comune più esteso di Francia. Vi hanno soggiornato Van Gogh e Picasso e vanta resti medievali e romani.
A me personalmente è piaciuta moltissimo.
La casa prenotata da Milano era un moderno e funzionale appartamento a piano terra, con dislivello tra il salone e le camere e la padrona di casa (la mamma della proprietaria in vacanza in quel momento), una persona deliziosa.
Situata sul Rodano, ha il maggior numero di monumenti romani dopo Roma… non è poco!
Arles è un antichissimo sito di origine celtico-ligure ma che trovò la sua prosperità all’epoca di Giulio Cesare. Patrimonio dell’Unesco perché c’è un ben conservato anfiteatro romano e le terme romane di Costantino. Oggi è capitale mondiale della fotografia a cui dedica un festival unico nel suo genere.
Vorrei precisare, essendo una che viene dalla moda, che è la città natale di Cristian Lacroix!
L’anfiteatro romano l’ho visitato tutto, facendo altre migliaia di scale, sotto il sole cocente ma ne vale la pena; può contenere fino a 20.000 persone, ha un’acustica perfetta ottima per le varie manifestazioni che si svolgono al suo interno.
Risale al periodo di Vespasiano e le due colonne di fondo del palcoscenico furono usate per appendere i prigionieri!

Lo scrittore americano Henry James disse “sono le rovine più belle e commoventi che abbia mai contemplato”
Vincent Van Gogh visse molto ad Arles ma qui non ci sono custodite sue opere, esiste solo una fondazione a lui intitolata. La casa in cui abitava fu distrutta durante un bombardamento della seconda guerra mondiale ma fu qui che imparò i colori brillanti e dipinse le sue tele più famose: ‘I girasoli ‘ e ‘La sedia’
Dipinse moltissimo, circa 200 quadri, e in questo periodo il suo stile si discostò dall’impressionismo classico.
“Ora voglio dipingere un cielo stellato. Spesso mi sembra che la notte sia più ricca di colori del giorno, ricca di viola, di azzurri e dei verdi più intensi. Ora io non ho il minimo dubbio che anche tu ameresti moltissimo il sud. Noi del nord non ci ha mai penetrati…” queste le sue parole dette a un amico artista.
Se ne andò dopo aver litigato col suo amico Gauguin in seguito a una crisi di nervi in cui si mozzò l’orecchio e fu ricoverato in un ospedale psichiatrico.

In ogni caso Arles è architettonicamente molto bella e rilassante, con piazze, brasserie e caffè nascosti nelle viuzze.
Proprio ad Arles ho mangiato la Ratatouille in un locale con soli due tavolini esterni. La pace e il buon vino hanno contribuito ad apprezzare questa sosta di tre giorni: si mangia bene nelle brasserie, la cittadina è tranquilla ma solare, la casa era perfetta.
Lascio Arles per fare il giro della Camargue. In realtà, per come viene decantata, avevo delle aspettative più alte ma alla fine è un delta, il delta del Rodano che si immerge con le diverse bocche nel mar mediterraneo.

Le strade sono in mezzo a una campagna piatta dove spuntano molte paludi, l’aria è salmastra e si è in mezzo a riserve naturali. La regione è selvaggia e molto umida perciò quell’estate così calda non era la stagione migliore per visitarla: il meglio lo da in primavera quando tutta la natura è più verde.
Assomiglia un po' al nostro sud agricolo o all’Andalusia e in effetti qualche ispirazione spagnola è presente. Il viaggio ‘on the road’ arriva fino alle Saline più grandi del Mediterraneo.
In mezzo al nulla ci trovano allevamenti di tori, di cavalli bianchi dove poter fare passeggiate in mezzo alla natura e che compaiono all’improvviso sulla strada.
I veri protagonisti sono gli aironi e i fenicotteri rosa che stanno in gruppo nelle paludi.
Non ci sono posti specifici da visitare, bisogna lasciarsi travolgere dalla natura, fermarsi a mangiare, come abbiamo fatto noi, in uno dei posti in stile gitano che assomigliano molto alle fincàs andaluse.
Siamo comunque in Francia e l'accoglienza, per noi italiani, non è proprio cordiale... lasciatemelo dire!
Alla fine di queste praterie si trova Saint Marie de la Mer, un villaggio ai confini tra terra e mare che sembra uscito dalla matita di un’artista. Il mercato, i negozietti particolari e la gente la rendono vivace per questo io consiglio di farci tappa e rimanere due o tre giorni.

La nostra casa era su due piani: la parte inferiore vecchiotta e la parte superiore nuova.
Si trovava alla fine della cittadin, sulla riva di un acquistrino e così ho potuto godere della vista dei fenicotteri tutti i giorni… meglio di un’ora di meditazione!
Secondo me bisogna girarla come ho fatto io, affittando delle biciclette; si va in paese in un attimo per andare al coloratissimo mercatino provenzale dove acquistare essenze, ortaggi, salumi, artigianato locale in ferro battuto e cappelli di paglia… non mancano ovviamente gli stivali stile camperos.
Sono sincera, io ne ho acquistato un paio che oggi è in trend con la moda assieme ad una borsa artigianale fatta in jeans con applicazioni di paillettes: la uso tutt’ora per i viaggi estivi o per la spiaggia e spesso mi chiedono dove l’ho acquistata.
Non ci si può esimere neanche dal fare il percorso di 13 km in bicicletta per arrivare al ‘Fhare de la Gacholle’ immersi nella natura selvaggia, agli acquitrini dell’entroterra, ammirando i fenicotteri e i tramonti spettacolari. Io mi sono abbronzata così, andando in bicicletta.
Saint Marie è sul mare perciò la spiaggia s’ha da fare ma, un consiglio, le strutture organizzate sono pochissime, carissime e i gestori scortesi ( mia esperienza personale dove non si poteva spostare la sdraio e il posto dell'ombrellone non si può scegliere anche se ce ne sono di liberi... scelgono loro!) perciò è meglio fare spiaggia libera nelle ore meno calde.
Per mangiare si può optare per i panifici che preparano baguette gustosissime o andare in ristoranti rinomati per degustare le ostriche fatte in molteplici modi: crude, impanate e ripiene.
In ogni caso il pesce è fresco dappertutto anche se costoso.
Ho lasciato a malincuore questo posto consapevole anche che il viaggio stava per finire.
Invece di passare da Marsiglia, per il ritorno, ho optato per una sosta a Tolone: è una città vera e propria, quindi poco attrattiva. Mi sono fermata solo una notte prenotando un hotel online il giorno prima e poi ho proseguito fino a Nizza.
Cosa dire di Nizza? Una città chic, con il mare, il porto con barche a vela e bella gente per strada. Una cittadina dal sapore veramente francese.
Posso solo dire che è stata un’emozione forte percorrere li viale ‘Promenade des Anglais’ dove l’hanno prima c’era stato l’attacco terroristico con 84 morti e più di cento feriti: in quella giornata di sole estivo identica a quella del luglio 2016 ho avvertito una sensazione strana, un po' di ansia pensando a coloro che in una cornice identica si sono trovati in mezzo ad una guerra che ha scosso la Francia e tutta l’Europa!
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