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Travel on the road: costa amalfitana in zona gialla!

  • Immagine del redattore: Terry
    Terry
  • 16 giu 2021
  • Tempo di lettura: 8 min

Aggiornamento: 3 feb 2022





Perchè questa precisazione? Per due motivi molto importanti; il primo rappresenta la voglia di libertà dopo un periodo difficile (il secondo stop per pandemia e stato più traumatico del primo), il secondo è l’esito positivo del viaggio con bel tempo e poca gente.


Molte di voi l’avranno visitata più volte ma con la folla e il delirio nelle strade, per me è la prima volta e l’ho vissuta senza stress.


Questa costa è meravigliosa e conosciuta in tutto il mondo, è sovraffollata nei periodi dove la temperatura è migliore ma non ora e ho pensato fosse una buona idea approfittarne.


Sono abbastanza girovaga e pianifico questi tour trovando un compromesso tra consapevolezza degli anni e curiosità di conoscere.


Ci sono tantissimi posti al mondo, molti in Italia, che sono incensati ma la percezione personale per me è importante: devo viverli io.


Decido quindi di arrivare in treno, con calma e riposata arrivo a Napoli. Ritiro della macchina e direzione Sorrento.

Ero indecisa se fare due tappe e cambiare due alberghi ma, guardando bene il percorso, ho optato per la base a Sorrento; col senno di poi mi dico che ho fatto bene.

La scelta è caduta su un appartamento a Villa Elisa per evitare le problematiche legate alle regole anti-covid: confortevole, arredamento chubby chic e proprietari gentilissimi e gioviali: Ludovica che si occupa degli ospiti vi darà tutti i suggerimenti per godere al meglio del vostro soggiorno.





Sorrento è una cittadina gioiosa nonostante noi fossimo tra i primi turisti ad arrivare: gli alberghi (non tutti) avevano riaperto tre giorni prima! La piazza con la fontana e i fiori, il profumo dei limoni, tutto è inebriante.


Sorrento ha due porti: Marina Piccola che è il porto turistico, e Marina Grande, l'antico borgo marinaro dove si trovano ristorantini sul mare ( al momento chiusi!!)



Sofia Loren la diva italiana più amata al mondo.





Marina Grande è conosciuta perché qui è stato girato il film di Dino Risi, Pane Amore e Fantasia, con Sofia Loren e De Sica.


Un manifesto riporta l’aneddoto e la trama del film. Un cartellone con foto d’epoca sul muro ritrae alcuni momenti del film.









La sera cena nell’unico bar ristorante pieno di giovani il Syrenuse: gambero con bacon e cime di rape, gnocchetti alla Sorrentina, scialatielli con zucchine e gamberi: da assaggiare!


Si comincia la dieta mediterranea!!!

Qui, per la gioia dei bongustai, non si può declinare l’assaggio degli ‘gnocchi alla Sorrentina’, il dolce del luogo, la ‘Delizia al limone’ per finire con un bel bicchiere di Limoncello.





La mattina seguente di buon’ora l’immancabile Pompei: un classico da turista direte voi, ma non è stato così. Sul sito ci sono tutte le storie relative alla città, come si viveva, come è avvenuta la distruzione ma vederla come è capitatao a me è diverso.


Percorrere le strade di una città antica e deserta mi fatto assaporare l’atmosfera di un tempo passato.


Eravamo in pochissimi, la guida felice di riconciare a raccontare e sicuramente abbiamo avuto più informazioni di quante si sentono normalmente.





Chi conosce bene la storia sa che i Romani non consideravano il Vesuvio un vulcano in quanto, presumibilmente, rimase inattivo per ben otto secoli. Nel ’79 a.c. l’eruzione fu preceduta da terremoti per cui la gente fuggì in campagna; al termine dei sussulti tornarono nelle loro case e furono investiti da ceneri e lapilli, quindi morirono soffocati e NON investiti dalla lava.





I corpi che si vedono sono calchi del segno lasciato dai defunti e non il corpo stesso cristallizzato nella lava.

Fu così che scoprirono che il Vesuvio fosse un vulcano! Nell'eruzione violenta il vulcano perse il cappuccio a cono, l’altezza si ridusse: la parte intatta oggi vene chiamata monte Somma.

Ci sono ancora tante cose da scoprire, l'ultima di qualche giorno fa di un carro nuziale ma fuori dalle mura della città.

Un team di ragazzi sta ancora lavorando cercando di recuperare un pavimento a mosaico.





Ci sono le citazioni di Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane a descrivere cosa successe.


Plinio il Vecchio scrisse a Tacito quello che vide:


‘Si sollevava una nube, guardando da lontano non era facile capire il punto di origine ( poi si venne a sapere che si trattava del Vesuvio): il fumo aveva la forma di un altissimo piano e in basso era slanciato che sembrava un tronco, poi si allargava in quella che poteva essere la chioma’

Plinio il Giovane raccontò a Tacito sulla morte dello zio:


‘A me sembra che l’aria calda e la cenere abbiano ostruito la gola impedendogli il respiro. La sua gola era già debole e il giorno dopo fu ritrovato intatto, illeso, con gli stessi vestiti; sembrava che dormisse invece era morto’

Si vedono ancora le botteghe dello ‘street food’ di epoca romana, le strade coi segni delle ruote dei carri, il rosso ‘pompeiano ‘ delle pareti: il silenzio spettrale, se non c’è il disturbo dei tanti gruppi di ogni nazione, da un’emozione fortissima.





Pomeriggio a Ravello anche se non previsto. Vale la pena entrare nel parco regionale dei Monti Lattari e visitare Villa Cimbrone. Un’oasi di quiete dove si può camminare sotto tettoie di fiori, gustare il panorama della ‘Terrazza dell’Infinito’ in silenzio: solo il profumo dei fiori e l’azzurro profondo del mare.




Tutta la costa è ornata dai fiori, dai terrazzamenti di coltivazioni, ulivi e soprattutto limoni.







I limoni sono il simbolo di Sorrento e sono dappertutto insieme agli alberi di mandarini: cadono sulla strada, spesso non vengono raccolti.



Il limoncello migliore lo trovate qui nelle botteghe artigianali.








Tornando a Sorrento ho realizzato che ci sono curve e tornanti ogni cinquanta metri, per non parlare delle frane che costringono a guidare tratti di strada a corsie alternate.


La costiera amalfitana non si può vedere così: va assaporata all’aria aperta. La soluzione è percorrerla tutta in moto.


Sorrento, Positano, Praiano e Amalfi in moto è un’esperienza di libertà. La strada senza intoppi, poche macchine, il profumo e i panorami mozzafiato fermandosi dove si vuole; In macchina non si può fare e a maggior ragione in piena stagione ante pandemia...uno dei pregi della zona gialla appena iniziata!




La strada in alcuni punti è senza parapetto ma la vista premia: Positano, la cittadina in verticale vista dalla strada è impagabile. Una cartolina dai colori vividi del mare, alle pareti delle case colorate, per non parlare del cielo blu.





Peccato che la vivacità delle numerose boutique, famose in tutto il mondo, non ci ha fatto apprezzare l’atmosfera che in genere tutti ricordano. La bellezza di Positano credo stia proprio nel brulicare della gente nelle viuzze, ammirando le piccole boutique che propongono di tutto: questo aspetto è un rimpianto perché non l’ho vissuto.


La Moda Positano tra l'altro, è un vero e proprio trend nato negli anni cinquanta.

Un tempo questi abiti li chiamavano 'le pezze di Positano' per disprezzare i tessuti poveri con cui erano confezionati. Le sarte positanesi si ingegnarono creando dei bikini all'uncinetto, richiestissimi tutt'ora, e dei camicioni come copricostumi: così nacque la Moda Positano.

Quelli che un tempo erano piccole botteghe sono oggi laboratori rinomati e di successo grazie all'utilizzo di tessuti freschi come la canapa e il lino realizzati in colori vivaci.


La cosa più divertente è scoprirli quindi lascio al caso i nomi di quelli più rinomati.

Io consiglio comunque di spendere una giornata in più per non perdere due bellezze naturali che mi hanno lasciato senza fiato: ‘il Sentiero degli Dei’ e la ‘Grotta Smeraldo’. Il sentiero si snoda tra la vegetazione della macchia mediterranea e sembra di essere in paradiso o se volete, sul monte Olimpo, ammirando la bellezza di tutta la costa.





La Grotta è visitabile solo via mare, in barca, ed è una formazione rocciosa chiamata ‘La cattedrale sul mare’.

Purtroppo l’ho vista da lontano, dall’alto poiché le barche non erano ancora prenotabili.


C’è poi da non dimenticare l’usanza di tutto il sud: in stagione calda tutte le attività chiudono dalla una alle sei circa per cui le strade si svuotano, si fa la pennichella e i paesini sembrano inabitati. Poi quando il sole non scotta più tutti escono e come per magia c’è la rinascita della vita!


Si mangia benissimo dappertutto, il pesce è freschissimo e mangiare con la vista del mare, delle barche mi hanno fatto respirare l’aria come non facevo da tempo.






Proseguendo per Amalfi si passa da Conca dei Marini (qui è più vicina la Grotta Smeraldo), e Praiano, un paesino arroccato dove la vista panoramica dall’alto sul golfo ti lasciano senza fiato.

E il Vesuvio… quest’anno due vulcani: il Vesuvio fumante e l’Etna, tutti e due attivi.





Amalfi è da vedere, è stata la prima città marinara, vanta un duomo spettacolare e stradine caratteristiche più vivaci e frequentate degli altri paesi in questo periodo. Il nome della costa deriva da questa città che è patrimonio dell’umanità UNESCO.


Si pensa sia stata fondata dai Romani, e fu prima tra le repubbliche marinare per il controllo del commercio sul mediterraneo.


Per tradizione ogni anno un equipaggio di vogatori amalfitani partecipa alla Regata delle Antiche Repubbliche Marinare sfidando Genova, Pisa e Venezia.


Il duomo è in stile arabo-siciliano e c’è la possibilità di salire in alto…attenzione però!
Una leggenda narra di non salire le scale del Duomo di Amalfi mano nella mano della vostra amata/o altrimenti non vi sposerete mai più!




Se volete fare acquisti, in particolare camicie, camicioni e abiti in lino conviene farli qui perché hanno le stesse cose che trovate a Positano ma i costi sono più contenuti.




La zona è famosa anche per i sandali infradito in assoluto i più belli: si trovano nelle boutique di tutta la costa ma i preziosi e personalizzati sono senza dubbio a Capri.


Queste calzature hanno una storia millenaria. Egizi e Romani usavano una calzatura dalla suola rigida e allacciata intorno alla caviglia, una sorta di infradito che garantivano una presa migliore sulla sabbia e sui terreni accidentati.

Capri ne è diventata la capitale grazie all'imperatore Tiberio che si ritirava spesso sull'isola diventando la sua dimora stabile alla fine della sua vita politica.

Tiberio prese l'abitudine di calzare questi sandali tanto che gli artigiani locali cominciarono a realizzare modelli diversi che in seguito furono indossati anche dalle nobildonne dell'Impero Romano.


Capri è veramente una perla.



Si arriva in mezz’ora da Sorrento con l'aliscafo. Si approda al porticciolo e poi ci sono vari modi per raggiungere la piazzetta: la funicolare, i camioncini o le scale. Io ho voluto provare l'ebrezza di salire a piedi sulle scale e le stradine lastricate.

Poca gente, pensavo per il periodo, invece no! Faticosissimo, la strada non finiva più di salire, i gradini ho smesso di contarli e quando sono arrivata in piazzetta mi son goduta un aperitivo seduta come una principessa ma col fiatone.


Vi consiglio di provarci, quello che si vede in questa passeggiata merita e apre le porte alla bellezza dell’isola: la funicolare prendetela per scendere.




La tappa in piazzetta è d’obbligo ma standoci poco considerando i costi alti, passeggiate invece da Quisisana a Trigara, percorrendo via Camerelle, la strada dello shopping di lusso

di Capri. L’eleganza e la pulizia non lasciano indifferenti i turisti anche se i costi non sono all’altezza di tutti.


Qui negli anni ’60 sbarcavano personaggi di spicco mondiale quali Jackie Kennedy con Gianni Agnelli, Sofia Loren che era di casa, poi Brigitte Bardot, Onassis e Clark Gable.
Tutt'ora è molto ben frequentata!


Jacky Kennedy e Gianni Agnelli a Capri

Esiste addirittura un modello che si chiama' Kappa', come l'iniziale della signora Kennedy, ancora oggi realizzabile su richiesta dagli artigiani di Capri. Le esposizioni di questi infradito sono tipiche, inserite su forme in legno e gli artigiani lavorano nelle botteghe alla luce del sole.



Modello Kappa


Via Trigara è il proseguimento di via Camerelle, è lunga ma sfocia alla terrazza panoramica affacciata sui faraglioni, uno degli scorci più belli dell’isola.


Il cielo terso, il mare blu, il clima clemente, insomma tutto perfetto. Poi se non siete di fretta, consiglio un giro in barca per vedere Capri dal basso, le case colorate abbarbicate sulla roccia e fare un tuffo nei pressi dei faraglioni.





Come ultimo giorno di questa toccata e fuga da Milano ritengo di aver finito in bellezza.

Pranzo sul porto e ritorno a Sorrento per il tramonto più celebrato al mondo.



Andateci se non ci siete mai stati ma scegliete un periodo poco trafficato, solo così potete godere dei profumi, della quiete e dei colori che altrimenti sarebbero coperti dai rumori di sottofondo...un brindisi di augurio al vostro viaggio!




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