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Tanto di cappello!

  • Immagine del redattore: Terry
    Terry
  • 1 giu 2023
  • Tempo di lettura: 6 min

L’educazione di una donna consiste in due lezioni: non lasciare mai la casa senza calze e non uscire mai senza cappello.

Cito come sempre Coco Chanel che fu una vera rivoluzionaria e femminista.


Coco comincio la sua carriera come modista perciò fu sempre una appassionata di cappelli che tolse dal guardaroba maschile per introdurlo nel guardaroba femminile.


Anche io amo i cappelli e solitamente ne acquisto uno ogni stagione: d'inverno in feltro e in paglia d'estate. Prediligo le fogge 'maschili', secondo me stanno meglio col mio viso.



I cappelli stanno vivendo un grande momento oggi, hanno cavalcato tutte le passerelle e sono diventati parte del nostro vestire quotidiano specialmente ora in procinto dell’estate.


La loro storia è molto interessante ma la racconterò dopo aver illustrato quanto è tornato alla ribalta.


Il cappello crea uno stile unico, ti permette di completare un outfit sperimentando la tua creatività.

Non da meno dobbiamo considerare che oggi li troviamo in una varietà di stili e materiali.


I cappelli evitano che il viso prenda il sole proteggendo quindi la pelle da inestetismi legati alla sovraesposizione del sole. Sono leggeri, facili da portare: possono essere piegati e sistemai nella borsa o, se rigidi, essere appesi con clips apposite per appenderli al manico della borsa.


Non sono solo funzionali ma permettono di far esprimere la nostra personalità: non occorre un abito costoso basta un cappello per definire un look.




Ci sono fogge iconiche che sono di moda in questo momento.


Il cappello Fedora fu indossato da celebrity quali Michael Jackson ed è divenuto simbolo della moda urbana.

È solitamente realizzato in feltro o pelle, ha una corona alta e morbida con tese larghe ripiegate in avanti.

Ha una naturale eleganza che sta bene con qualsiasi look ed è adatto a ogni viso.




La Cloche fu creata negli anni ’20 e rivive ancora oggi. Ha una forma curva, lembi stretti ripiegati in basso e di solito e realizzato in seta , feltro o in paglia per l’estate.

Una variante è il bucket hat, un po’ quello che noi chiamiamo cappello da pescatore.

È il più trendy, realizzato in cotone, a crochet, con impunture sulla falda o decorato con perline o frange. Indossato da diverse generazioni, oggi è simbolo di contemporaneità.





Il Cappello di paglia è il più antico e il più iconico; originario dell’antica Grecia divenne popolare nel Novecento. Un caposaldo nei viaggi, averne uno è d’obbligo per completare un abito estivo o fare da parasole in viaggi itineranti.


Io ne ho posseduti tanti e li ho sempre rinnovati: significano estate e vacanze.




Il cappello da basket o Basket hat, realizzato in cotone, ha la visiera rigida. Ripara dal sole e dal vento, sta bene su tutti visi e a tutte le età. Personalmente comodissimo quando abbiamo I capelli in disordine, se c’è vento o quando facciamo jogging. Credo tutti ne posseggano uno e non manca mai in valigia nei miei viaggi anche per la sua facilità a piegarlo.





La Visiera è un accessorio sicuro per proteggere gli occhi dal sole. tante fogge e materiali. Sono formati da una visiera montata su un cerchio rigido oppure su un cotone elasticizzato per indossarlo come una fascia per capelli. È adorato anche dalle star che lo hanno indossato durante I loro concerti o show.

Se ne trovano anche con visiera in plexi bordata. Non è facile trovarli di buona fattura e i migliori sono fatti in paglia come il borsalino.





Il cappello Audrey è il più chic in assoluto. È un cappello di paglia con fascia in seta a contrasto e tesa larga che si ovalizza sul bordo. Fu indossato da Audrey Hepburn nel film Colazione da Tiffany e da allora è diventato un cult. Portarlo in spiaggia presuppone un costume intero raffinato oppure è l’accessorio ideale per una serata elegante estiva. Io credo che non ci sia donna inadatta a portarlo. Il top è di Borsalino in paglia avorio con nastro nero, per intenderci quello amato da Grace e Kelly, principessa di Monaco, e da Bianca Borromeo moglie del figlio di Carolina di Monaco.




Ma qual è l’origine del cappello? Era un accessorio femminile o lo è diventato nel tempo?

La storia del cappello è antichissima e risale a 15.000 anni fa stando a dei graffiti trovati in Francia.

Il copricapo rappresentava una difesa dai pericoli, per esempio, dalla caduta di pietre o massi.


Con l’avvento delle religioni il copricapo assume un doppio significato quindi non solo come protezione della testa, sede dell’anima secpndo gli antichi, ma anche come accessorio che svetta verso il cielo e quindi notato dagli dei.

Nell’antico Egitto il faraone indossava il ‘Nemes’, una cuffia sormontata dai simboli regali del cobra e dell’avvoltoio come dimostra la maschera funeraria di Tutankhamen. Il faraone, infatti, era una divinità figli del dio Sole.



Nell’antica Grecia il cappello cambia funzione; si indossa il ‘Pileo’ un copricapo in feltro usato perlopiù dalla classe operaia. Esisteva anche una versione conica chiamata ‘pesatos’, molto vicina alla nostra idea di cappello in quanto aveva le falde per ripararsi dal sole e quindi tipici dei contadini.



Il pileo fu adottato anche nell’antica Roma ed era il simbolo della Libertas o più precisamente dei Liberti, gli schiavi ai quali veniva postato sulla testa durante la cerimonia di fine schiavitù.




Nel Medioevo il cappello identificava la classe sociale di appartenenza. I nobili usavano forme raffinate e materiali pregiati come il velluto e le loro donne li adornavano con fiori o nastri colorati.

I famosi cappellai veneziani e francesi nacquero infatti nel tredicesimo secolo grazie proprio ai re francesi che indossavano spesso un copricapo.



Verso la metà del Quattrocento si videro donne con un cappello allungato a forma di cono con un velo che scendeva dalla punta l’hennin’, il cappello delle fate.




Fu nel Cinquecento che la moda esplose con produzioni di vari tipi di cappello realizzati con svariati materiali e arricchiti da piume o pietre preziose. Il cappello divenne parte del sontuoso abbigliamento del Seicento, un capo da decorare e ostentare come Luigi XIV, il Re Sole, che fece montare sul suo copricapo un diamante da 35 carati.





Lo stesso Re estese anche l’uso del tricorno che veniva solitamente indossato da militari e marinai che divenne di uso diffuso anche tra le donne; in Inghilterra venivano usati non solo per proteggersi dal freddo ma per nascondere i capelli e il collo considerati simbolo di seduzione.



Durante la Rivoluzione Francese si passò al bicorno e famoso fu l’uso che ne fece Napoleone Bonaparte indossandolo di traverso così da poter essere riconosciuto in battaglia.



I ribelli avevano il berretto frigio, una cuffia conica con la punta arrotondata, simbolo di libertà per averlo portato Marianne donna iconica della Rivoluzione.



Il secolo d’oro del cappello fu l’Ottocento con modelli sobri come le cuffiette legate sotto al mento con nastri per le donne, oppure il ‘picture hat’garden hat’ o ‘Gainsborough hat’, (un pittore ritrattista) un cappello con l’ampia tesa che incorniciava il viso come un quadro (picture). Questi cappelli erano decorati con rifiniture di ogni genere e pare che alcuni includessero addirittura uccelli imbalsamati.





Nel secolo scorso il cappello perde la funzione di semplice accessorio ma diventa ‘l’accessorio’: colbacchi, turbanti, a tesa larga, in pelliccia o paglia.


Negli anni ‘20/30 la moda francese lancia la Cloche mentre negli anni ‘40 nascono velette, reticelle calate sul viso e molto intriganti, i ‘fascinator’.

Cloche è un termine che deriva dal francese campana e vide la luce nel 1908 nell’atelier di Caroline Reboux, una apprezzata modista.




Era molto in voga tra le ‘Flappers’, una nuova generazione di donne disinvolte che volevano vivere libere dalle costrizioni sociali. Le flappers sono comunemente associate alle ballerine di Charleston ma hanno significato molto di più e hanno avuto il merito di aver alzato l’orlo delle gonne fin sopra le ginocchia, insomma hanno aperto la strada a tante piccole rivoluzioni del vivere quotidiano contribuendo alla conquista di molti diritti femminili.



La grande rivoluzione avviene negli anni ‘70/80: non si tratta più di un accessorio ma di uno status symbol. I cappelli sono grandi, voluminosi come li ricordiamo nelle hippies, le figlie dei fiori.




Successivamente negli anni ’90 si vedono un po' tutte le fogge: coppole, berretti, a tesa larga e in moltissimi materiali. Da qui torneranno in vita fino ad oggi contribuendo alla moda e risollevando le sorti di tante modiste artigiane.


Il cappello è un capo unico che nel tempo si è sempre distinto e che continuerà a farlo per sempre e la prova è proprio questo grande ritorno nella moda di questo momento.

Un cappello vale sempre un piccolo investimento!


 
 
 

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