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Si torna a viaggiare...

  • Immagine del redattore: Terry
    Terry
  • 15 giu 2020
  • Tempo di lettura: 9 min

Aggiornamento: 11 feb 2021

Come faccio le valigie… Come proteggermi in viaggio… Cominciano le perplessità!




Iniziamo con una breve storia della valigia che comincia … alla fine del viaggio nella vita!

Uno dei più antichi bauli risale all’Egitto e precisamente al momento del ritrovamento di quello scoperto nella tomba di Tutankhamon. Furono ritrovati 50 cofanetti e casse contenenti stoffe, cosmetici e altri oggetti che servivano per il suo ultimo viaggio nell’adlilà.







Se ne servirono anche i Greci e i Romani durante i loro lunghi spostamenti in nave o sui carri. Erano cofani in legno o in bronzo spesso decorati in avorio o in metalli preziosi. Venivano usati anche come panche o letti durante la navigazione: erano come piccoli container, quadrati con il coperchio piatto.


Sulle navi Vichinghe i rematori dei drakkar sedevano appunto su queste ‘casse’.


Diversi i bagagli dei pellegrini che percorrevano a piedi le strade d’Europa e della Terrasanta nello stesso periodo, il ‘400. Essi avevano una bisaccia, un paio di sandali di ricambio, una zucca a mo' di borraccia e un bastone.


Con la scoperta dell’America, nel 1492, si intensificarono le esplorazioni e comparvero le prime ‘guide di viaggio’.


Fù nel ‘700 che il bagaglio divenne simile ai nostri, usati soprattutto da giovani aristocratici inglesi e tedeschi che amavano girare l’Europa. I viaggi duravano mesi e i bagagli abbondavano di vettovaglie lettini avvolgibili, libri e altro.

La lista era così:

“un materasso, una paio di lenzuola, sei camicie e mutande e berretti da notte, un cappello, tre paia di scarpe”.


Fino all’arrivo degli aerei, che ne limitarono il numero, i bagagli erano sempre bauli o borse da viaggio divise con precisi contenuti: ‘Baule farmacia’, ’Baule biblioteca e ‘Baule letto’. Si videro i primi bauli armadio con appendiabiti, a cassetti e bauletti più piccoli da caricare sulle mongolfiere. I bastoni non mancavano mai per poter diventare, all’occorrenza, forchette, coltelli e persino saliere.

Un viaggio aristocratico prevedeva almeno 30-40 bauli stipati in più carrozze.


L’avvento del treno a vapore favorì la nascita di un nuovo viaggiatore: il turista.

La prima Agenzia di viaggio italiana nacque nel 1897!

L’Italia investì molto nella rete ferroviaria così gli spostamenti furono molto facilitati con grande stupore dei nobili che non si capacitavano come anche il modesto viaggiatore, pur non viaggiando in prima classe, arrivassero a destinazione contemporaneamente.


Nacque in quegli anni il primo baule griffato: nel 1896 lo creò Louis Vuitton.



Tra le due guerre mondiali un altro mezzo rivoluzionò il viaggio e cioè l’avvento dell’automobile.


Al termine della Grande Guerra la Fiat costruì lo stabilimento del Lingotto a Torino.


I bagagli dovettero ridimensionarsi lasciando il posto a dimensioni più piccole facilmente caricabili sulle auto. Col passare dei decenni il Baule diventò così il nome del vano dell’auto riservato ai bagagli.

I viaggi diventarono così comuni che la Società delle Nazioni coniò il termine ‘turista’ e ‘turismo’ sinonimo di “chi viaggia per periodi oltre le 24 ore”.

Per capire l’evoluzione della valigia si possono accostare 3 personaggi storici:

lo scrittore polacco Kapuscinski aveva un bauletto con una padella, e una cassa di libri;
San Francesco una ciotola di legno e viaggiava con una bisaccia;
Liz Taylor, diva di Hollywood degli anni ’60 Hollywood viaggiava con una quantità impressionante di valigie, addirittura 110 per trasportare i suoi numerosi abiti, cosmetici e gioielli.

Nacquero le valigie e i bauli realizzati in pergamena coi profili in cuoio; molto resistenti in quanto la pergamena non è altro che la pelle d'asino... per intenderci quella che si usa per i tamburi!



Ai giorni d’oggi i bagagli hanno le ruote e si trasportano facilmente e i riti dei viaggiatori sono molto cambiati. Le modelle, attrici e persone in vista viaggiano molto. Molte di loro si affidano ad assistenti che igienizzano tutto e organizzano le valigie.


C’è chi invece non si fida: una di queste è la Venere nera, Naomi Campbell che si occupa personalmente della routine per ogni viaggio che sia in treno o, molto più spesso, in aereo.

Naomi ha perfino postato su Youtube un video di 5 minuti dove mostrava la meticolosità nella pulizia che mette in ogni suo viaggio!


Armata di salviettine igienizzanti e guanti di lattice usa-e-getta, disinfetta qualunque cosa con cui può venire a contatto: il sedile, i braccioli della poltrona, il tavolino, la cintura di sicurezza e si siede sempre con una mascherina davanti a naso e bocca.


“Che tu prenda un treno in prima classe, un aereo privato o di linea non fa differenza! La gente tossisce e stranutisce in continuazione: non mi importa di ciò che la gente pensa, è la mia salute e questa routine mi fa stare meglio”

Una cosa che dovremmo imparare tutti a fare perché tutti toccano e sia aerei che treni non vengono ben puliti alla fine del tragitto anzi spesso la pulizia si limita a gettare via le cartacce.


Prima di parlarvi dei vari modi per fare le valigie, considerando i vari tipi di viaggio vi vorrei dare un consiglio che ho imparato a mettere in pratica per esperienze personali.


Il mio primo viaggio negli Stati Uniti prevedeva un volo Milano-New York, scalo di 3 ore e poi volo interno New York Los Angeles: era un tour di sette stati nel West.

Bene, all’arrivo a LA arrivò solo la valigia di mio marito mentre la mia e di mia figlia più la sacca con scarpe e medicine non c’erano.

Che fare? Eravamo partiti da Milano con 30 ° a LA erano 45°!

Il primo giorno abbiamo girato con i jeans del lungo viaggio, circa 15 ore, e le T-shirt del papà: enormi per noi che siamo piccoline e magrine. Ci siamo subito attivate per riavere i bagagli ma il nostro era un viaggio itinerante che prevedeva sosta a LA solo di 3 giorni e poi le altre tappe; tante, di cui la prima a San Francisco. Al terzo giorno le valigie non erano arrivate per cui ci siamo messe alla ricerca di biancheria e vestiti… un’impresa!

Partiamo dal presupposto che gli americani sono alti e grossi, uomini e donne, per cui trovare qualcosa per noi non è stato facile. I reggiseni erano grandi come le insalatiere, le mutande erano peggio e i calzoncini o magliette idem. Abbiamo dovuto acquistare tutto in un negozio da bambini!

Io sono andata in giro con mutande a fiorellini, reggiseni e completo da jogging tg 8 anni!!! Non parliamo delle scarpe, i ragnetti di plastica da mare!!

Morale le valigie le abbiamo recuperate A San Francisco…


Qualche anno dopo, in una delle nostre vacanze di una settimana in Egitto, la mia valigia non fu caricata sull’aereo: panico perché ad Aprile qui cerano 27 ° ma li almeno 35 e soprattutto era una vacanza di mare. Tutti i giorni ci assicuravano che il bagaglio sarebbe arrivato il giorno dopo ma non arrivò mai e lo trovammo al ritorno giacente in aeroporto. Quindi? Eravamo a Marsa Alam dove l’unico paese vicino era El Quesir; un villaggio dove c’erano più cammelli che persone. Andammo alla ricerca di abbigliamento ma, da donna, esistevano solo cose sintetiche a manica lunga e le mutande… solo boxer da uomo fiorati! Per i boxer mi sono arrangiata lavando tutti i giorni l’unico paio di slip e reggiseno! Il costume mi fu prestato dai ragazzi del diving, costume intero che teneva un cado tremendo, le scarpe e un abitino per la sera furono gentile concessione di due signore milanesi. Un incubo!


Da queste esperienze l’idea… mai partire senza il ‘trolley della sopravvivenza’ come l’ho denominato io. Che sia un viaggio in aereo, in treno o in macchina, il kit della sopravvivenza è fondamentale.

Anche in macchina alla fermata per un caffè mi hanno sottratto una sacca con beauty e magliette.

Morale: preparate sempre uno zaino, per macchina o treno, o un trolley da cabina con lo stretto necessario per l’emergenza; a seconda della destinazione deve contenere un paio di mutande e, in caso, reggiseno, un paio di slipper, un calzoncino (pantalone per montagna) un costume, due t-shirt, una felpa e calzini; il tutto per ogni membro della comitiva.

Se si è in aereo il trolley è perfetto, se si viaggia con altri mezzi lo zaino è consigliato per ogni persona. Regola base, non abbandonarlo mai neanche quando si va in bagno!


Importante è anche viaggiare con una piccola borsa a bandoliera magari con due scomparti a zip e morbida. Questa borsina serve per contenere i passaporti, il cellulare dove solitamente abbiamo salvati voucher di ticket o prenotazioni alberghi, una piccola batteria carica cellulare con filo: si trovano anche quelli corti in modo da non togliere molto spazio. Non occorre la spina in quanto oggi treni, aerei o macchina hanno tutti una presa usb.


La batteria è essenziale per non trovarci col cellulare scarico e l’impossibilità di cercare mappe o ticket!


Ovviamente se avete medicine le mettete qui in quantità minima necessaria al viaggio, gel per le mani a base alcolica; non dimenticatevi una penna da scrivere in quanto spesso capita di dover scrivere form di informazioni e nessuno ha mai una biro da prestare! Occhiali da sole, in testa, agganciati alla maglietta o in borsa è sempre necessario averli: non servono solo per il sole, spesso per non vedere la luce accesa da altri (le maschere sugli occhi rovinano il trucco) o per dormire indisturbati.

La mascherina è un obbligo ma se ci pensate bene è utile sempre … io dormo con la bocca aperta e non è un bel vedere!!

La mascherina nasconde e ripara dagli starnuti altrui indipendentemente dalla situazione attuale. Portate carte di credito e pochi contanti: all’estero ormai anche il caffè si paga con le carte che dovete richiedere siano internazionali così da poter prelevare contanti dappertutto. Chi viaggia all’estero dovrebbe attivare anche un servizio di Geoblock o comunicare la banca una destinazione diversa dal nostro paese per trovare la sorpresa di veder negata una transazione… capita, fidatevi! Un tubicino di crema, i campioncini che ci rifilano sempre le profumerie, è utile sia per le mani sia per la secchezza della pelle soprattutto nei luoghi chiusi di treni ed aerei. Noi abbiamo anche un coltellino svizzero, lo mostriamo alla dogana (anche se la maggior parte delle volte non lo vedono neanche) ma risolve veramente mille situazioni.



Credo sia inutile dire che sarebbe logico avere una lista per non dimenticare niente, da controllare prima di chiudere tutto.

Io ho l’abitudine di avere delle mini liste create appositamente per viaggi di ogni tipo:

  • Lista mare di almeno due settimane

  • Lista mare da una settimana

  • Lista viaggio itinerante

  • Lista viaggio Londra solo con trolley/ lista weekend.

In generale: Preferire la comodità e il minimalismo-Osservare le restrizioni sul bagaglio- Pesare la valigia sulla bilancia di casa.

Il peso può comportare un costo aggiuntivo o il fastidio di dover fare traslochi di cose in eccesso, per terra e in mezzo agli altri!

Può essere utile anche usare una fodera per le valigie o farle impacchettare… io non l’ho fatto e in un volo per Londra mi è capitato che, dopo aver caricato i bagagli sul carrello per imbarcarli, è arrivato un temporale terribile e il carrello è rimasto sotto l’aereo. La mia valigia era morbida per cui si è bagnato tutto: un disastro incredibile... sorpresa spiacevole quando l’ho aperta. Il tutto perché avevo optato per una valigia superleggera in modo da poterla riempire senza impattare sul peso.



Le cose essenziali per me sono quelle che non si trovano nei negozi o nei duty free!

Intendo che se vi dimenticate la presa multipla la potete acquistare dappertutto o è possibile che l’hotel abbia già la predisposizione per gli stranieri.

1) Occhiali da visita premontati se siete un po' cecati come me!

2) Sacca per la roba sporca

3) Kit medicine: sul sito del governo ‘Viaggiare sicuri’ esiste una lista che prevede le medicine da portare in base al paese dove andate ma una cosa è certa… cerotti, pastiglie per dolori e fermenti lattici, portateli sempre.

Ognuno di noi sa cosa deve portare considerando il viaggio progettato. Secondo me l’unico suggerimento che vi posso dare è riferito ai viaggi itineranti: una valigia per persona dividendo le due parti in modo da avere pantaloni da una parte, magliette o top a lato di questi ultimi, beauty case in mezzo e con la cerniera rivolta verso l’alto cosicchè non dovete tirarlo fuori ma semplicemente aprirlo al bisogno. Io ne uso uno che si appende, vi garantisco che è comodissimo.




Ci sono tanti metodi per piegare bene le cose in valigia e tutti ormai conosciamo il famoso metodo Kondo di Marie Kondo illustrato nel libro ‘Il Magico Potere del Riordino’. Io non ho ancora osato fare quello che dice il libro ma potreste provare.

Queste due liste tipo che propone:


Sulla valigia però ha ragione: arrotolate le magliette stirandole prima con le mani, arrotolate anche gli abiti che non siano preziosi e mettete tutto in fila come nella foto. Le scarpe andrebbero riposte separate nelle dusty bag in modo da piazzarle negli angoli così come per le cinture e i piccoli oggetti.

Qualcuno decide di acquistare contenitori morbidi e trasparenti per riporre tutto in modo da avere tutto ben separato: io non ci riesco!


Utilissimo è questo metodo di riporre i jeans: occupano lo spazio di una maglietta! Fantastico e facile!

Si distendono i jeans piegati a meta gamba, poi si prende la gamba sopra e la si piega in diagonale a meta; a questo punto si prendono i jeans dalla cintura e si arrotolano fino alla fine del bordo: rimane fuori la metà gamba che avevamo piegato in diagonale. Si prende questa parte , il fondo del pantalone, si rigira a coprire il rotolo formando un pacchetto.







Quello che faccio io? Per non sbagliare preparo già i look completi divisi per giorni e mattino/sera; li impilo sul letto, faccio una supervisione per eliminare il superfluo (c’è sempre troppa roba!) e li metto in valigia a pacchetto così sono già pronta per posizionarli nell’armadio in albergo.

Lo so, sono maniaca ma ho sempre paura di aver dimenticato proprio quella cosa che avrei voluto indossare!

Intimo, beauty, medicine, calze, li sistemo nella parte del coperchio e dove ci sono angoli scoperti metto scarpe, cinture o sacchetti con i bijoux così il tutto risulta più compatto e non si sciupa. Non dimentico mai una borsina di nylon ripiegabile… si compra sempre qualcosa in viaggio!

Rifare la valigia è un altro momento caotico ma se si ripiega tutto bene, si posiziona bene il sacco delle cose da lavare...

si trova il modo di farci stare anche qualche piccolo regalino che ci concediamo sempre... !

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