SCENT OF WOMAN… profuma di lusso
- Terry
- 13 mag 2020
- Tempo di lettura: 8 min
Aggiornamento: 11 feb 2021
Il profumo è come un vestito: è il nostro biglietto da visita, personale, unico su ognuna di noi.

Al di là delle fragranze che noi usiamo ognuno ha un odore distinguibile, l’odore della nostra pelle, del nostro essere.
Il profumo viene utilizzato sia dagli uomini che dalle donne soprattutto per sottolineare la propria personalità, il proprio stile o i propri gusti. A livello inconscio esprime spesso il bisogno di nascondersi all'altro, di mascherarsi oppure più semplicemente apparire più charmant!
Il nostro cervello è in grado di registrare per molto tempo un profumo nella memoria.
Quante volte capita infatti, di avvertire con l’olfatto un odore che ispira subito una suggestione che pensavamo sepolta tra i nostri ricordi. L’olfatto, tra tutti i sistemi sensoriali,
è quello che ha più connessioni a livello neurologico con le emozioni per questo alcuni profumi sono anche capaci di cambiare il nostro umore.
La verità è che i profumi hanno un’incredibile nesso con le nostre esperienze e che spesso anche inconsciamente, ci piacciono le fragranze connesse in profondità alla nostra storia di vita.

Grasse-Provenza, dove si coltivano le fragranze
Questo fattore importante mi ha incuriosito, volevo capire come è nato l'uso del profumo e quali sono le vere origini e la sua evoluzione.
Ho scoperto tante cose e ve le voglio raccontare... interessante!
Il profumo è un’usanza molto antica ma non è nato per ‘profumare’.
I cosmetici profumati erano già conosciuti e utilizzati dagli Egizi circa 5000 anni fa (per esempio il kyphi), come attestato da rinvenimenti archeologici nel sito di Luxor: erano a base oleosa, in quanto servivano innanzitutto a proteggere la pelle dal sole.
Il profumo era a base oleosa a cui si aggiungevano aromi vegetali: i più famosi e pregiati erano la mirra, l'incenso, l'aloe, il nardo, il terebinto e il benzoino. I primi erano coltivati dai Sabei e da altri popoli vicini, cioè nella zona dell'attuale Yemen, mentre gli altri si trovavano anche sulle rive del Mediterraneo.
Il primo profumiere della storia si chiamava Tapputi e viveva in Mesopotamia oltre 3000 anni fa. Il suo lavoro, per l’epoca rivoluzionario, consisteva in una distillazione in acqua di fiori, oli, papiri, mirra e resine.

Cleopatra faceva profumare le vele delle sue navi perché, al soffio del vento del Nilo, diffondessero al suo passaggio le fragranze che lei amava.
Col tempo l’uso dei profumi si diffuse in Europa con le conquiste dell’Impero Romano.
Nel Medioevo l'uso dei profumi in Europa decadde perché le aree di produzione erano cadute in mano agli Arabi.
L'arte profumiera si sviluppò infatti nel mondo islamico e in particolare in Persia, dove fu inventata l'acqua di rose.
Anche altri fiori, come le zagare, furono utilizzati in ambito musulmano; si trattava comunque sempre di profumi a base acquosa per il divieto islamico di usare alcool.
La nascita della moderna arte profumiera avvenne fra il Seicento ed il Settecento con l'ammodernarsi delle profumerie Europee e la nascita di prodotti commerciali come l'acqua di Colonia dell'italiano Giovanni Maria Farina evoluzione dell'Aqua Mirabilis del piemontese Giovanni Paolo Feminis. Nascono nuovi centri di produzione come la profumiera di Grasse o come il sud Italia per la presenza di agrumi e spezie coltivate ed esportate in tutta Europa.
Fu Caterina de' Medici, ad esempio, a riportare la profumeria in Francia: infatti, andando sposa a Enrico II di Francia, portò con sé il proprio profumiere, Renato (o Réné) il Fiorentino.
Successivamente, nel corso dell'Ottocento e del primo Novecento la varietà delle essenze disponibili aumentò, grazie alle esplorazioni geografiche ed al colonialismo. In quest'epoca si sono diffusi profumi come la vaniglia, l'ylang ylang, il Vetiver, il Tea Tree, coltivati nelle colonie dall'Africa all'Indonesia.

Un'ultima rivoluzione è avvenuta nel 1921 quando Coco Chanel produsse il suo primo profumo. Questo è stato il primo step per portare la cosmesi in un brand di solito produce prodotti di altri settori merceologici. Ancora oggi il lusso utilizza il profumo come parte del proprio DNA.
La creazione del profumo è affidata ai ‘Nasi’ cioè a coloro che hanno un olfatto sensibilissimo per riconoscere le essenze e mescolarle con sapienza.
Se vi venisse chiesto di enumerare le professioni più redditizie, forse, quella del naso, ovvero del creatore di profumi, non è la prima che elenchereste.
Ebbene ricredetevi!
Aphelion è il nome di uno dei nasi più noti degli anni 90’. Il signor Aphelion aveva un naso talmente fino e sviluppato da assicurarlo per 5 milioni di dollari ed è diventato milionario creando profumi personalizzati per le celebrities di tutto il mondo.
Esiste anche un luogo senza tempo, dove ammirare flaconi di profumo realizzati da artisti e case essenziere in due secoli: il Museo del profumo in via Messina, a Milano. Qui ci sono percorsi dove ascoltare racconti “profumati” che hanno percorso i secoli.
Il profumo si è espresso nell’arte, nella moda e nella letteratura; vi faccio tre esempi di come questi tre mondi abbiano utilizzato il profumo.
Lalique-Effort de Coty
Eau de Coco
Aqua Nuntia
René Lalique e il flacone come arte: L’Effort de Coty
Orafo di livello ed esponente dell’Art Nouveau e dell’Art Déco, dopo l’esperienza nella creazione del flacone di L’Effleurt de Coty, si dedica anche all’arte vetraia e diventa uno tra i più ambiti creatori di flaconi. Tra le sue creazioni, lo Scarabée di Piver, che vuole rappresentare due scarabei contrapposti che si arrampicano sul flacone per arrivare fino al fiore.
Coco Chanel e il profumo del mistero: l’Eau de Coco
Nel 1919 muore in un incidente automobilistico il giocatore di polo Boy Chapel, grande amore di Coco Chanel. L’amica Misia le consiglia di distrarre la mente creando un profumo, consiglio che a quanto pare Coco decide di seguire.
E proprio da quella ispirazione sembra sia nata l’Eau de Coco di cui si è persa memoria. Coco in quel momento vuole rappresentare lo stile della sua Maison, vuole una fragranza che si differenzi da quelle prodotte comunemente. Tra i segreti del suo fascino, l’utilizzo del gelsomino di Grasse dall’aroma unico, coltivato nel cuore della Provenza.
'Non voglio nessun olezzo di rose o mughetto, voglio un profumo elaborato”. Il suo obiettivo? “Un profumo da donna che profumi di donna”.
D’Annunzio e il profumo: Aqua Nuntia
I profumi, nella vita di d’Annunzio, diventavano “essenza”, nel senso di essere, di esistere. Li usava, li creava, li cospargeva ovunque, sui tendaggi, tra le lenzuola, sui cuscini. Per gli aromi il poeta nutriva una grande passione e spese un intero patrimonio per le essenze. I suoi profumi portano il nome di alcune delle sue più grandi opere: Il Piacere, Notturno, Ermione e Acqua Nuntia. Ad alcuni assegnò un nome rievocativo delle proprie imprese: chiamò un profumo Acqua di Fiume in onore della impresa di Fiume negli anni ’40.
I profumi delle case reali

Ogni re o regina ha sempre cercato di farsi riconoscere anche dal profumo che emanava. Tutte le case reali oggigiorno si avvalgono di grandi profumieri per creare uno stile univoco. Occorre conoscere bene la persona che si deve raccontare per spiegare cosa desidera comunicare col suo melange. Si fanno alcune prove finchè non si trova la perfetta alchimia.
Grace Kelly
La diva di Hollywood, in seguito Principessa di Monaco, il giorno del suo matrimonio con il principe Ranieri contattò la casa produttrice di alta profumeria Creed che creò per Grace una singolare fragranza floreale con note di viola, tuberosa e iris reale, e la chiamò Fleurissimo. Grace ripeteva continuamente che aveva lo stesso profumo del palazzo reale dei Grimaldi.
Her Majesty la Regina Elisabetta
La regina ama molto i profumi e fra i tanti è da citare quello creato in occasione del Diamond Jubelee del 2012. Si chiama N°1 Imperial Jubelee, ideato da Clive Christinan, una famosa casa inglese di profumi deluxe. Il flacone è rivestito con l’immagine simbolo dell’Inghilterra, la Corona con una scritta sulla base: ‘The world most expensive perfume’ anche se non lo è! È composto da un’essenza esotica di Ylang Ylang, un fondo di vaniglia miscelate a note fruttate e floreali di Iris, Gelsomino, Rosa Centifoglia; il tutto miscelato da un olio essenziale di sandalo. In edizione super limitata: ne sono stati prodotti solo 250 esemplari.
Diana: Principessa del Galles
La compianta principessa del popolo aveva almeno una dozzina di profumi diversi nella sua collezione. Tuttavia negli ultimi anni amava un profumo in particolare, 24 Faubourg di Hermès, per le sue note caratteristiche di pesca, sandalo e vaniglia.
Kate Middleton: Duchessa di Cambridge
Anche la principessa Kate ha scelto un profumo francese, Dior Dune, profumo che enfatizza perfettamente il carattere della reale. È delicato e femminile, pur contenendo note di spezie orientali, peonia e bergamotto amaro. Insomma rispecchia il carattere femminile ma anche deciso e moderno della, forse, futura regina.
Il profumo scelto da Kate per il Royal Wedding invece è White Gardenia Petals di Illuminum, un marchio britannico di nicchia sconosciuto ai più, fondato nel 2007 da Michael Boadi che fino ad allora faceva il parrucchiere delle celebrities.
Lo sapevate che William e Kate hanno un profumo di coppia? Si chiama Clive Christian No.1 e ha impresse sulle boccette le iniziali C (di Catherine) e W. Solo loro due hanno il privilegio di indossarlo.
Meghan Markle: duchessa del Sussex
Meghan ama il Wild Bluebell di Jo Malone. In un’intervista del 2015 con Essex UK, Meghan lo ha definito il suo “profumo diurno caratteristico”. Questa miscela è dolce e ispirata ai fiori selvatici: è affascinante ma mai travolgente, il che è l’ideale per quando hai intenzione di coccolarti senza destare troppa attenzione.
Letizia Ortiz: Regina di Spagna
Letizia è costante nella scelta dei suoi profumi: è sempre avvolta dalla fragranza di Trésor di Lâncòme.
Regine e Principesse d’Oriente

Le donne del mondo arabo amano usare i profumi delle loro terre: in verità i luoghi dove i profumi sono più amati sono ancora i paesi d’oriente e in special modo i paesi Arabi.
Dubai, Città tra Occidente e Oriente in continuo movimento, in perenne evoluzione, la più cosmopolita del Middle East ospita due prestigiosi mall: Mall of the Emirates e il più recente The Dubai Mall nel complesso del Burj Khalifa della Nuova Dubai. È qui che tra gli infiniti corridoi in marmo si possono trovare elegantissime boutique delle più rinomate case di profumeria orientale spesso introvabili in Occidente. Esistono boutique esclusivamente dedicate al profumo.

Le essenze più gettonate sono due, la prima è Oud. Alcune profumerie esclusive forniscono anche un servizio di fragranze su misura, create con questa essenza, che vengono poi conservate. Un esempio è Arabian Oud che vanta nei suoi archivi anche le ricette per i profumi destinati alle famiglie reali del Golfo.

La seconda essenza, pregiatissima, è Bakhoor, una nuance più leggera dell'oud.
A Dubai gli effluvi di bakhoor permeano l'aria degli hotel cinque stelle, delle tradizionali caffetterie e delle case private. Usato per migliaia di anni, il bakhoor risale alle tribù nomadi levantine dell'Arabia, che dopo essersi accampate bruciavano trucioli di agarwood sia per profumare l'aria sia per tenere lontani gli insetti e gli spiriti maligni. Come per l'oud, il suo uso si è mantenuto fino ai giorni nostri. Negli Emirati le persone preferiscono ancora bruciare il bakhoor piuttosto che accendere candele e incensi o usare spray.
Proprio qui è stato creato il profumo più costoso al mondo!
A Dubai è in vendita il profumo più costoso al mondo. Il suo costo è di 4,752 milioni di AED, cioè 1 milione e 153 mila euro. Il nome della fragranza è Shumukh, che in arabo significa “degno del massimo rispetto”. Secondo il suo creatore, Asghar Adam Ali, originario dello Yemen, è un omaggio all’emirato e rappresenta “The Spirit of Dubai” (lo Spirito di Dubai). “Shumukh non è un semplice profumo, è un vero e proprio concept, racconta Asghar Adam Ali, designer e creatore. Non è solo una magnifica fragranza, ma tutto rende unico il prodotto, dalla bottiglia al piedistallo, dalla custodia fino al packaging”.
Shumukh è un profumo che supera il concetto stesso di fragranza e si trasforma in un'opera d’arte totale, dove il contorno è più importante del profumo. La bottiglia gioiello ha un piedistallo scultoreo, la custodia è in pellame pregiato, il tutto corredato da una valigia con cui trasportarlo .
Ci sono voluti 3 anni di lavoro e ricerca e 494 prove per scegliere tutte le essenze di cui si compone il profumo. Il piedistallo su cui poggia questa bottiglia, raggiunge 1 metro e 97 centimetri di altezza massima e solo grazie ad un meccanismo idraulico con un telecomando la si può raggiungere. La bottiglia, in finissimo vetro di Murano, ha al proprio interno oro 24 carati e una capienza di 3 litri.
Tutto è sensazionale e sembra pensato per stupire .
Dove c’è la mappa del mondo è stato inserito un grande topazio, che rappresenta il globo terraqueo’ e all'interno del mondo è stato incastonato un diamante purissimo da mezzo carato che rappresenta Dubai.
Al proprio interno la custodia in pelle lavorata è disseminata di cristalli Swarovski.
“Tanto il piedistallo e custodia, quanto la valigia, sono realizzati con la migliore pelle italiana. Tutto è fatto a mano, gli artigiani del pellame italiani sono dei veri maestri, non può batterli nessuno”dice con soddisfazione Asghar Adam Ali.
Tutto il concept di Shumukh è personalizzabile: i clienti possono scegliere la combinazione che preferiscono guardando tutte le possibili opzioni sul loro catalogo. È possibile avere tutto in oro, l’intera struttura tempestata di diamanti, oppure realizzata in platino.
Io mediterò su queste conoscenze per declinare il profumo alla nostra portata!
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