Scarpe, passione senza limiti!
- Terry
- 8 set 2020
- Tempo di lettura: 11 min
Aggiornamento: 19 gen 2022
"Give a girl the right shoes and she can conquer the world!"
Bette Midler

"Date a una ragazza le scarpe giuste e potrà conquistare il mondo"
Si potrebbe riassumere così la passione che tutte, ma proprio tutte le donne del mondo, hanno per le scarpe.
Riflessioni di moda
La scarpa è il nostro lato debole ( fragmentarius) ma dove le metto? due piedi non bastano!
Anche accettando la piu’che collaudata regola, presa a prestito dal piede indeciso ‘metto il piede in due scarpe’, non si va lontano...
Cammina cammina per la casa e’ impossibile individuare la giusta location ai nostri massimi oggetti del desiderio
figuriamoci se dovessimo seguire il nostro anelito al “divise per colore”
o addirittura al rassicurante ‘ciascuna nella sua scatola’
Eppure a tutto si puo’ rinunciare tranne a quel paio in piu’ che rasserena una giornata,
per non parlare delle ready to buy proposte on line
che camminano velocissime dall’ occhio al piede anche stando comode comode nella vasca da bagno.
Ma perche’ mai amiamo tanto le scarpe?
Primo perche’ sono donne come noi, femminili con grandi personalita’, sempre pronte ad accompagnarci nei passi decisi e decisivi della vita.
Ma se anche sono stivali... cioe’ rigorosamente maschile plurale,
offrono slancio alla nostra indipendenza, regalano sprint alla nostra realizzazione
e danno, perche’ no!? un calcio agli stereotipi.
Insomma, quando si parla di scarpe e di donne c’è da ridere o da piangere come una bella fragorosa risata che fa pure sgorgare le lacrime.
Come le gioie non sono mai abbastanza e come le emozioni sono varie per colore e intensita’...
umore su, umore giu’ ...su di tacco vertiginoso o di plateau rigoroso… giù’ di svelta, ciabattina o sneaker anche un po’ monellina.
E quando ti dai una mossa per mettere ordine tra le tue calzature, ricorda cara amica:
sono sempre le amate scarpe a mettere in ordine te !
La fashion writer Holy Brubach, collaborando al libro SHOES di Caroline Cox, dice
"A pair of new shoes might not cure a broken heart or soothe a tension headache
but they will relieve the shmptoms and chase the blues"
In pratica, un paio nuovo di scarpe non scaccia ne mal d'amore ne un mal di testa ma diminuisce i sintomi e scaccia la malinconia!
Io sono pienamente d'accordo!
Le scarpe sono l'accessorio più antico e pieno di storia e io vorrei raccontarlo.
Raccontare la storia delle scarpe è come ripercorrere tutte le tappe della vita sociale epolitica dalla preistoria ad oggi.
Destra o sinistra per me pari sono... e lo sono davvero perchè ho grosse diffcoltà in questo senso!
C’è una curiosità che ha caratterizzato tutta la storia delle scarpe e potrebbe sorprendere: non sempre le scarpe erano realizzate per piede destro e sinistro!
La storia ci insegna che a seconda dei secoli, delle esigenze sociali e dei periodi oscuri, spesso le scarpe non avevano una distinzione dei due piedi; questa caratteristica è apparsa, scomparsa e riapparsa varie volte nel corso dei secoli.

Il vocabolo ‘scarpa’ deriva dal germanico ‘skarpa’ (sacca o tasca di pelle) connesso alle radici indoeuropee di ‘sku’ (coprire) e altre influenze come la parola greca ‘skitos’ (pelle-cuoio).
Storia Antica
La scarpa nasce dall’esigenza di riparare i piedi dalle asperità del terreno o dalle ferite che gli uomini primitivi si potevano procurare in quanto cacciatori per l’approvvigionamento del cibo necessario al gruppo. La scarpa quindi è una copertura in pelle che incorpora il piede facendogli da scudo.

Le prime testimonianze risalgono all’età della pietra, circa 9000 anni fa ed erano realizzate in legno o in pelle d'animale. Chiaramente si inventò una processo di conservazione della pelle che imputridisce per cui gli uomini dovettero inventare un modo per bloccare questo processo : la concia. Ai primordi erano miscele vegetali che, macerate sulla pelle, creavano un filtro ai batteri; successivamente nei secoli moderni la concia venne trasformata usando sostanze chimiche o simili: cromo o anilina.
Storia Egiziana
Prove certe si hanno solo a partire dal 3000 a.c. attraverso una tavola del Faraone Narmer in cui compare uno schiavo che gli porge dei sandali.
Da notare che lo schiavo era a piedi nudi per cui i sandali erano segno di distinzione sociale in quanto solo faraoni e alti dignitari le calzavano.
Questi sandali erano fatti con filamenti di palma o di papiro intrecciato e fissati al piede a mezzo di due lacci come un infradito.

L’Antica Grecia
I greci avevamo grande cura dei loro piedi tanto da conformare le scarpe ai piedi scegliendo accuratamente i materiali.
Le calzature greche di possono distinguere in tre categorie:
I sandali
Le scarpe
Gli stivali
Il ceto sociale si poteva distinguere dall’altezza delle suole e dai colori degli ornamenti. Ad esempio le scarpe con suole alte erano riservate agli aristocratici mentre ai ricchi i sandali in legno.

La calzatura assurta a simbolo nazionale fu la ‘Crepida’, usata da entrambi i sessi: aveva una suola piatta e grossa e tomaia in cuoio pesante che emetteva un crepitio al cammino.
Le scarpe bianche erano per le fidanzate o le spose mentre quelle verdi o giallo limone, per le cortigiane.
In Grecia fu enorme l’importanza della calzatura, nacque qui la distinzione specialistica tra i tagliatori di pelli e quelli che assemblavano i vari elementi; inoltre esisteva una distinzione fra calzolai da uomo e da donna.
L’antica Roma
A Roma le calzature ebbero grandissima diffusione diventando più un ornamento che una necessità.
Erano classificate in tre categorie suddivise a loro volta in una ventina di tipologie:
Caligae
Gallicae
Babylonicae

Varianti di Caligae romane.
Robuste calzature di cuoio con suola spessa e con tomaia ( la parte superire della scarpa) che arriva al collo del piede, composte da un intreccio di strisce in pelle conciata: erano legate alla tibia o trattenute sul dorso da una lingula.
Esistevano diverse tipologie come la“Speculatoria” per esploratori o “Equestris” per cavalieri.
In epoca romana ricavavano da un'unica pelle sia tomaia che la suola.
Il fatto che siano stati trovati dei reperti indica una conoscenza della concia tale da sopravvivere per 2000 anni e ci fa pensare che sapevano già sfruttare appieno tutte le proprietà del cuoio.
I Romani come i Greci non entravano mai in casa con le scarpe e quando andavano ad un banchetto sostituivano le scarpe con le ‘Solae’ portate da un domestico.

Un pò quello che facciamo noi indossando ciabattine per la casa o, come nei paesi anglosassoni dove le scape vengono lasciate all'entrata e in casa si gira con calze o piedi nudi... esperienza diretta!
Il Medioevo
La caduta dell’impero Romano ed una diminuzione delle attività artigianali aumentarono l’importanza della calzatura che diventò anche il regalo più ambito.
L’abilita di concia dei romani si perse in questo periodo dal momento che un numero minore di scarpe è arrivato fino ai giorni nostri.
I centri dove si commercializzava il pellame si spostarono verso Oriente e verso la Spagna del sud in particolare a Cordoba dove si conciava un pellame tuttora utilizzato e prezioso: Il Cordovan. Questa pelle era ricavata dalla culatta del cavallo ed era esclusivamente in colore bordeaux scuro. Oggi infatti 'Cordovan' indica il colore e non più l'uso proibito della pelle di cavallo.
Nel Medioevo le scarpe divennero anche simbolo di riti popolari tuttora in auge in alcune zone d’Europa e dell’Italia. Uno di questi era quello Inglese che prevedeva di far infilare agli ospiti la scarpa della sposa ma che solo lo sposo poteva riuscirci (da qui forse la favola di Cenerentola)

Nell’alto Medioevo c’è una ripresa nel costume della scarpa. Nasce la scarpa “Poulaine” (caratterizzata dalla punta) che fece presa in Francia ed in Inghilterra.
La lunghezza della punta era in rapporto allo stato sociale: più era lunga e più era ijportante o ricco la persona che le calzava.
Da qui nascono i primi modelli di tomaia in un unico pezzo con una sola cucitura interna.

Queste calzature molto leggere richiedevano una protezione per poterle portare in strada. Nacquero cosi molti tipi di sovra-scarpa: delle suole in legno o multistrato in cuoio che venivano tenute ai piedi mediante strisce di cuoio ,fibbie o lacci dai colori contrastanti.
Furono sostituite negli anni '50 dalle famose Galosce, soparscarpe in plastica che le proteggevano dalla pioggia evitando di bagnarsi i piedi.
Il Rinascimento
In questo periodo le “Poulaine” furono sostituite da calzature con punte molto larghe dette a “naso”, a “muso di bue” o “corna”.
Questa calzatura significò una rivoluzione totale negli stili e nella fattura.
Il Velluto e il cuoio rimpiazzarono il Cordovan e le scarpe erano tutte foderate.
I colori si ridussero al bianco, rosso e nero.
le tomaie non potevano più essere modellate sul piede... ritorno delle scarpe intercambiabili!

Nacque così la scarpa moderna con tomaia e quartieri, cucitura posteriore e laterale.
Con la crescita economica nasce un altro particolare tipo di calzatura: i “trampoli” o “Chopine”
Erano scarpe col tacco realizzate in materiali delicati come i broccati.
Proprio il tacco portò alla ribalta il problema della sinistra e destra delle scarpe.
Le calzature vengono sempre montate su forme in legno o metallo ( oggi in plastica dura, abs); riportando in auge la non differenza tra i piedi si potè risparmiare sul costo delle forme e soprattutto si potevano interscambiare: se si consumava in alcuni punti per il modo di camminare si potevano scambiare i piedi.

A quei tempi venivano fornite ai militari 3 scarpe ( non 3 paia) in modo da avere una durata più lunga... strano vero? ma sicuramente funzionale!
Per proteggerle dalla sporcizia e dissesti delle strade si usava il ‘pattino’ l’antesignano delle galosce

Gli uomini facero largo uso degli stivali che perdurarono fino al settecento.
Il ‘700 e l’800
Nel settecento la moda della calzatura fu definita dalla fibbia o dai fiocchi soprattutto in quella maschile.
Le fibbie erano in argento o in oro finemente cesellate, ricoperte di pietre preziose in stile barocco e rococò.
Nella seconda metà del secolo si raggiunse la massima espressione con lo stile “Artois” in cui la fibbia incurvata ricopriva tutta la scarpa.

A cavallo tra i due secoli
Alla fine del ‘700 inizia in Inghilterra la produzione di massa: il “ready made”.
Si comincia a vedere all’interno delle calzature femminili l’etichetta del fabbricante e
si diffondono disegni per tomaie da confezionare con il tessuto.
In Francia dopo la rivoluzione Francese si diffuse una vasta gamma di pelli stampate.
Le scarpe femminili si distinsero sempre di più da quelle maschili per il tacco e alcontempo
in Europa si reintroduce la diversificazione tra destra e sinistra.
A fine ‘800 nasce la “moda” come fenomeno culturale, sociale e di costume.
Lo stile femminile più diffuso erano gli stivaletti in pelle finemente lavorati dotati di un tacco robusto: quello che oggi chiamiamo tacco a rocchetto.
Era Moderna: l'industria
1857 inizia la meccanizzazione del settore quando la Singer, che produceva macchine per cucire la stoffa, viene modificata per cucire il cuoio. Nel 1860 in America si sperimentano macchine per attaccare suole e tomaie con cuciture, inchiodature e graffettature.
A fine ‘800 in Inghilterra si verificò la quasi totale scomparsa dell’artigianato a differenza di quanto avveniva in Italia dove il fenomeno si sviluppò molto più tardi.
Il ventesimo secolo

Nascono nuovi stili nell’arte come il Decò e il Liberty che spazzarono via in un sol colpo la ripetitività degli stili e le esuberanze ornamentali dell’800.
All’inzio del secolo nascono modelli decorati ma prodotti in serie ancora attuali come la Richelieu o Oxford, la Moliere o Derby, la Decolletè per la sera, la Cromwell con fibbie leggere.
Nei primi quarant’anni del secolo la calzatura non è più solo un accessorio ma diventa un vero e proprio protagonista della moda.
Inizi del secolo XX
Gli anni 40’
In questi anni, soprattutto in Italia ci sono molti calzolai che fanno scarpe rigorosamente a mano : è proprio in questi anni che i grandi protagonisti della moda degli anni a venire si formarono nelle botteghe dei padri.
Gli anni 50’
Nel 1951 avviene la prima sfilata di calzature e vengono alla ribalta internazionale alcuni dei nostri più grandi stilisti calzaturieri.
Salvatore Ferragamo è sicuramente il primo a portare la maestria italiana nel mondo, soprattutto negli Stati Uniti dove era emigrato seguendo quattro fratelli già insediati negli States.
Figlio di un calzolaio non si rassegnò mai alla produzione di scarpe industrializzate che vide quando arrivo in America. Uno dei fratelli lavorava per un calzaturificio dove le scarpe veniano cucite a mavvhina.
Disse “No! No! No! Non voglio e non posso lavorare qui. Questo non è fare il calzolaio, non c’è abilità personale. Non avrò mai a che fare con le scarpe fatte a macchina”
In questo periodo si affermarono il tacco spillo, il tacco a rocchetto (purché in grado di esaltare la forma della scarpa) e il tacco basso soprattutto su elaborazioni di scarpe a sandalo, parecchi inventate dallo stesso Leonardo.
Divenne presto il calzolaio delle dive e dei reali del mondo per cui realizzava scarpe uniche, personalizzate.
Nella sua bottega erano esposte le forme coi nomi dei numerosi e famosissimi clienti.


All'estero se si parla di scarpe il suo nome è sempre in prima fila.
Non si rassegnò mai a lavorare completamente con le macchine ma dovette adattarsi alle nuove tecnologie producendo scarpe per 60 % fatte a mano e il restante 40% a macchina.
L’idea che non lo abbandonò mai era quella di voler vestire i piedi ma facendo scarpe comode , che potessero essere portate .
"Un piede ben fatto è un capolaoro del Creatore.Quando invece ho tra le mani piedi difettati, con vari problemi è una sofferenza e mi assale la rabbia di non poter calzare tutti i piedi del mondo, per tutti quelli che soffrono camminando”
Non era solo una questione di materiali o forme,il piede porta tutto il peso del corpo perciò la sua unica preoccupazione era di permettere al piede di camminare liberamente anche se calzato.
Fu e resta ancora l’unico ad aver introdotto 3 diverse misure di pianta per le scarpe da donna: A-doppia A- tripla A.
Disse “ I piedi mi piacciono e quando li ho tra le mani mi parlano: ne sento la forza, la vitalità, i difetti.
Arrivò addirittura a fare scarpe con sughero o sfili da pesca intempo di guerra quando non si potevano reperire i materiali necessari

Gli anni 60’
Il decennio è caratterizzato da un rapido e grande avvicendarsi di stili.
Nel 1968, venne prodotta la prima scarpa marchiata Sergio Rossi, che inaugura la prima collezione ufficiale del brand. Secondo Vogue, durante gli anni ‘60, l’azienda “divenne ben presto sinonimo di qualità italiana e design classico femminile.
Per Sergio la scarpa da donna doveva esser la continuazione naturale delle gambe delle donne che lui amava così tanto.
Sergio Rossi ebbe l’intuizione di firmare le sue scarpe con un marchio perciò a lui si deve l’entrata a tutto titolo delle scarpe nel sistema moda globale, attraverso collaborazioni con stilisti del calibro di Versace ma anche con presentazioni sue, aprendo un nuovo ramo in questo variegato mondo.
In America fanno tendenza grazie all’attrice Haudrey Hepburn le Ballerine indossate nel film “Sabrina” e si diffondono sandali estivi molto colorati chiamati infradito.
In Inghilterra viene inventata la minigonna, talmente corta da riportare in auge l’uso degli stivali

Gli anni '70
La rivoluzione giovanile crea uno stile unisex, le donne portano i pantaloni e gli stivali diventano simbolo dell’epoca. Le suole delle scarpe tendono ad alzarsi arrivando a creare tipologie di calzature molto simili alle zeppe degli anni ’40: gli Zatteroni.
Molto sono anche le scarpe di foggia tipicamente maschili come i mocassini e le allacciate.
I ragazzi maschi portano scarpe a punta o le desert boot importate dallo stile americano.
Lo sport inizia ad influenzare la moda e il design.
Gli anni 80’ e 90’
Periodo caratterizzato non da un uniformità di stile ma da una continua ricerca di carattere estetico e tecnico. Le calzature diventano una volta per tutte non più accessorio ma parte integrante dell’abbigliamento col contributo degli stilisti che valorizzano il “pianeta calzature”. La moda riscopre le citazioni degli anni precedenti: revival dei tacchi; degli stili hippy e degli anni ’40. I tacchi sono un elemento fondamentale, si fanno studi e se ne sono inventati tanti, alcuni anche stremi o stravaganti.

Dal libro "Salvatore Ferragamo' edito da Maria Sofia Ricci
Inizia una maggior diffusione di scarpe “firmate” dai più noti stilisti tanto che oggi le scarpe di lusso non sono solo quelle prodotte dai marchi storicamente dedicati alle calzature ma tra le hit ci sono modelli creati da stilisti di Haute Couture.

Scarpe Christian Louboutin
Le categorie delle scarpe da donna sono diventati tanti ma sono nomi universali che caratterizzano l’uso, il disegno o la forma di una scarpa.
Si passa dalle ballerine, alle espadrillas, dai tacchi a spillo delle pump agli stivali texani per arrivare agli stivali. Ognuna di queste categorie comprende anche delle sottocategorie a seconda della suola, dei materiali e dell’uso.
Un esempio è questa foto artistica di Louboutin venuto alla ribalta per aver brevettato la famosa suola rossa.
Nominarli tutti sarebbe un elenco infinito perciò ci tengo a far vedere uno schema di base.

Foto da Pinterest
Io come tante donne sono una fanatica di scarpe, le ho vendute per anni e ne posseggo una collezione consistente… mai come si vociferava su Imelda Marcos ma so per certo che ci sono persone nel mondo che forse l’hanno già superata.
Imelda disse una volta: " Non posseggo tremila paia di scarpe, ne ho solo 1060 paia"
Insomma, noi donne potremo mai tirar dritto davanti a un paio di scarpe che ci piacciono? No mai!... sono l’emblema della femminilità, cambiano il nostro portamento e soprattutto ci fanno sentire sensuali e uniche!
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