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OMAN - La magia e... oltre

  • Immagine del redattore: Terry
    Terry
  • 8 apr 2020
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 11 feb 2021

All’inizio era Zanzibar. Poi la stagione sbagliata e il problema maree ci ha fatto pensare ad una meta molto ambita ultimamente e da capire il perché.



Non c’è stagione dell’anno in cui non ci siano turisti in Oman. Neppure quando fa caldo ed è impossibile andare nel deserto o quando inizia la stagione dei monsoni. L’Oman è talmente vario che offre sempre e comunque un’alternativa: le spiagge, il deserto o le montagne di 3000 metri quando piove al mare. Poi c’è l’aspetto culturale con una storia tutta sua, diversa dagli altri paesi del golfo con contaminazioni esterne che hanno reso il Sultanato un paese unico al mondo.

In Oman tengono molto alla loro cultura, la loro identità, la natura e la cucina.

Gli omaniti sono molto legati alla loro storia ed a un passato fatto di un mix di tante culture per via delle colonizzazioni. Si parla arabo, inglese e lingue originali mischiate con l’arabo.

È un paese aperto dove tutte le religioni e le culture possono convivere anche grazie ad un Sultano molto illuminato che ha stravolto il paese e lo ha reso moderno.

Una delle zone con le spiagge più belle è Salalah, dove si può godere di una escursione nel deserto in cui si trovano le dune più alte dell’Asia. Regala bellissime esperienze gradevoli o no!

Gradevoli per le spiagge di 40 km, per i tramonti spettacolari per l’oceano che, con le sue onde, rende il bagno un’esperienza divertente. Tutto con strutture e alberghi sontuosi e molto organizzati.

Ma perché esperienze anche no? Beh io ne ho vissuta una che mi ha permesso di vedere quella che è una realtà nascosta ai turisti da villaggio.

Escursione nel deserto su una Jeep 4x4 e quattro ospiti. Ci siamo fermati a osservare gli alberi dell’incenso. L’incenso è una resina che si ricava intagliando sempre nello stesso punto la corteccia dell’albero ed è l’emblema di questo paese: si trova dappertutto. Abbiamo risalito le dune con una sabbia dorata, splendida e finissima coma la farina. Il tramonto dall’inizio alla fine è un’esplosione di colori, di luci, di ombre e raggi come spade attraverso le nuvole.


Il NO è arrivato dopo. Al ritorno, sulla strada nel deserto in penombra la nostra Jeep prende due buche consecutive ed io, seduta davanti e relativamente leggera, sono rimbalzata sul sedile. Un dolore acuto che mi ha dato la nausea. Fermiamo la jeep e cerco di scendere ma non riuscivo a respirare e neppure a stare in piedi: esclamazione

Mi sono fatta maleee... secondo me minimo un mese di busto”

È cominciata la vera avventura: il pronto soccorso in una clinica privata pulita e all’avanguardia. Non ci hanno portato all’ospedale pubblico perché diviso tra uomini e donne: nel reparto donne gli uomini non possono entrare, perché gli Omaniti sono musulmani molto ligi alle regole anche se molto tolleranti verso le altre religioni.

Assistenza al top e una camera con due letti, il divano, il tavolo, la televisione e una ampia finestra. Otto giorni in più di quello previsto. Ho dovuto mettere un busto che mi teneva abbastanza ferma ma potevo affacciarmi a vedere la vera vita. Le strade sono abbaglianti, pulite meglio che in Svizzera.

Ho osservato: gli uomini sono vestiti con una tunica bianca candida, la Dishadasha e sul capo una specie di papalina, la Kumah sempre bianca candida con bordure in oro.


Le donne tutte vestite di nero, con una tunica lunga, l’Abaya, e in testa il velo con una rete davanti agli occhi per vedere la strada. Immancabili gli orecchini e i bracciali d’oro, di un oro intensamente giallo. L’Abaya è difficile da portare! Oltretutto, alla vicinanza degli uomini, scostano in velo in avanti in modo che non si possa veder nulla di loro. Sotto si intravedano vestiti colorati bellissimi, scarpe e borse griffate. Le donne non lavorano, hanno persone che curano la casa e vivono in grandissime case con specchi alle finestre: con gli specchi possono guardare fuori ma da fuori non si vede l’interno. Il Sultano le fornisce di tutto: una casa, uno stipendio e paga il 95% dell’elettricità! Gli uomini hanno incarichi di rappresentanza, infatti medici e infermieri della clinica erano tutti indiani e il personale in maggioranza del Bangladesh. Cristiani con le loro chiese e con la possibilità di vestirsi a loro modo.


Osservatore per eccellenza mio marito libero di girare per Salalah. Tutte le mattine in piazza arrivava un omino in biciletta col pesce dentro a una cesta che vendeva in sacchetti di plastica! I negozi sono perlopiù bazaar e la vendita è decisamente particolare. Di norma si accompagnano le donne in macchina e si lasciano a fare shopping sole, oppure ci si ferma con la macchina e il venditore esce per mostrare la merce e si mercanteggia dall’auto: un drive-in all’Omanita! Le boutique sulla strada fanno intravvedere intere collezioni di burqa tutti neri: come scegliere? Si guardano le decorazioni dorate diverse tra loro o si sceglie il tipo a mantello o quello a tunica.


In quella settimana si è svolta la festa per i 50 anni del Sultano Qabus bin Said: la residenza ufficiale nella capitale Muscat mentre quella estiva è a Salalah. C’erano bambini vestiti con i colori della bandiera che ha gli stessi colori della nostra! Sulle strade, che vedevo in lontananza dalla finestra, una moltitudine di gente colorata, osannante, fuochi d’artificio e canti. In diretta televisiva il corteo del sultano con le sue due macchine e la scorta. Si perché il Sultano esce con una macchina rossa oppure una blu. Ci hanno detto che se gira per la città con quella blu, lancia diamanti dal finestrino, mentre da quella rossa chiede ai suoi sudditi di cosa hanno bisogno e lui esaudisce i loro desideri. Sarà vero? non lo so ma è una cosa affascinante!


Storia intrigante è anche quella riguardante la prostituzione: esiste anche se è proibita. Le donne, sempre non Omanite, sono all’angolo di certe strade e per adescare gli uomini fanno l’occhiolino. Si trovano nelle vicinanze di piccole gallerie sotterranee in modo che la polizia intransigente non le possa trovare perché si infilano in queste gallerie: vero? Gli uomini che abbiamo incontrato dicono di si! Uno di loro impiegato in un ministero ci ha raccontato di avere due mogli che vivevano insieme nella stessa casa e crescendo i figli insieme. È un privilegio che ovviamente può permettersi chi ha la possibilità di mantenerle con gli stessi agi. Il matrimonio è combinato dalle famiglie ma la cosa significativa che i privilegiati sono uomini e donne con la pelle chiara: più è chiara la pelle più hai la possibilità di accasarti bene.

La ricchezza o la bellezza non sono sempre un fattore fondamentale: è una cultura tipica in molti paesi asiatici.



OLTRE... nel prossimo post!

La cronaca incredibile del viaggio di ritorno!! Leggete e vi sorprenderete…

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