l lusso oggigiorno non si esibisce!... così diventa volgare invece è fatto di dettagli!
- Terry
- 9 set 2020
- Tempo di lettura: 8 min
Aggiornamento: 11 feb 2021

Torta realizzata dalla pasticceria 'Cova' Milano
Questo post lo dedico agli addetti ai lavori! Mi sono fatta prendere dalla voglia di riconsiderare tutto il lusso, come lo vedo io, come mi comporterei adesso che tutto è ricominciato dopo un break pesante ma con la passione di sempre.
Prima di tutto occorre definire cosa si intende per lusso da secoli.
La parola "lusso" ha origine dalla parola latina “Luxus”, che significa lasciarsi guidare dai sensi, non legato strettamente al concetto di costoso.
Il termine lusso viene ricondotto a tre diverse origini:
1) Alcuni dal latino luxus, che letteralmente significa abbondanza di vegetazione e che in seguito si è esteso per includere il senso di opulenza
2) Altri la fanno risalire al greco λοξός (loxos) obliquo, piegato dandone un significato più negativa, di condanna, dissolutezza e peccato ( come diceva Dante)
3) Altri ancora la rimandano alla parola sanscrita 'lik' da cui deriva in latino licere, verbo che significa concedere
La Storia del Lusso
Dai tempi dell’antica Grecia ,la religione e la cultura hanno combattuto tra la volontà di concepirlo come status symbol e chi invece come nemico della Virtù. Questo approccio è rimasto fino al Medioevo dove il concetto di lusso era definito come splendore, ma in contemporanea, nel cristianesimo esso era associato alla lussuria, vicina al concetto greco di dissoluzione, un’accezione negativa. Nel Rinascimento grazie anche a sovrani come Luigi XIV (conosciuto come il “Re Sole”), famoso per il piacere dei fasti, il lusso diventa un valore profano, privato dai sensi di colpa o di condanna morale. Nel XVII secolo, la prospettiva cambia di nuovo e viene accostato ad uno stile di vita sobrio e attento al dettaglio ma sempre e solo per chi aveva una maggiore possibilità di spesa

Più tardi verso il diciottesimo secolo, con l’avvento dell’Illuminismo, si delinea una società con due nette distinzioni sociali: da un lato le persone che potevano permettersi di accedere a questo mondo di ricchezza ed esclusività, dall’altro coloro per cui il lusso era solo un un’aspirazione. Verso il ‘900 l’idea del lusso assume il significato che ha tutt’ora: qualcosa di non necessario, superfluo e viene accostato a tutto quello che è costoso e raffinato , un modo per mostrare e ostentare uno stato sociale. Si definisce anche come una dimostrazione di personalità per questo oggi è più difficile definirne il significato.

Se penso al concetto che ho io di lusso mi vengono in mente tre parole : sfarzo esibizione e Eccellenza.
Un prodotto di Eccellenza io lo considero un lusso, incarna i concetti dell’unicità, del pregio di un qualche cosa che esula dai prodotti in serie o a poco prezzo.
Io non credo che corrisponda all’ostentazione; l’appartenenza ad uno stato sociale alto per me è legata alla percezione che abbiamo di un prodotto o un servizio, entra nella sfera emotiva, si acquista un oggetto che per noi ha un valore riconsociuto e durevole nel tempo.
Resta comunque ancora per pochi.
'Excelentia' significa capacità di miglioramento o merito, dovrebbe connotare il significato del lusso in quanto i prodotti di eccellenza dovrebbero essere qualitativamente autentici e quindi unici.
Il prodotto fatto a mano è lusso: un pezzo irripetibile, rientra nel concetto dell’eccellenza, visto che mostra le infinite emozioni delle persone che ci hanno messo creatività e mani.
Mai come in questo momento i capricci si ridimensionano a favore della ricerca dell’eccellenza estetica e del valore.
C’è quindi un ritorno all’eccellenza che insegna una direzione diversa anche ai pochi fortunati che vivono nel lusso, non solo, ma c’è una commistione ancora più forte tra arte e moda col coinvolgimento di artisti che hanno declinato le campagne pubblicitarie in mille modi.
Un’esempio è stata la sfilata di Dior: quando sono uscite tutte le sarte ho avuto veramente la mente la sensazione che esista ancora il lusso, nel senso di abilità sartoriale. Oppure la mostra a cielo aperto a Firenze di Dolce & Gabbana che ha fatto di nuovo sognare per aver creato una collezione sfarzosa coinvolgendo 38 botteghe artigiane e realizzando 100 modelli che vanno oltre la moda e sono il vero lusso: modelli unici con tantissimi dettagli sartoriali.
Mi è piaciuta molto anche la campagna che Prada ha fatto su instagram fotografando donne giovani e non, grasse e magre, incinte… insomma donne reali.
Il lusso non ha età ne dimensione!
Beni di lusso classici sono per tutti sicuramente l’alta moda ,gli articoli da viaggio, gioielli, orologi, automobili , yacht , ville, vino , acqua minerale , caffè , tè , cibi compresi wisky, champagne, cognac e altro che non è solitamente associato a questo concetto.
Lussi possono essere servizi, tra cui gli investimenti, l’avere un domestico full time o una villa al mare.
Luxury" è un settore talmente ampio che comprende anche le arti come le falegnamerie, ceramiche, vetro, armi e armature, e una vasta gamma di oggetti.
Strano ma vero,è 'molto meno utilizzato per oggetti non funzionali come dipinti, disegni e sculture , anche se i cultori e i collezionisti di queste arti fanno parte, secondo me, di questo mondo.
Il lusso comunque, è qualcosa di cui si potrebbe fare a meno ma che sia straordinario e prezioso. Non per forza costoso ma più come alternativo al pacchiano e all’ostentazione pura. Le cose di cattivo gusto e comprate a caro prezzo sono superflue e volgari.
Il lusso al giorno d’oggi e, considerando il periodo che stiamo vivendo, è più vicino al significato di unicità, sostenibilità, ecocompatibilità, riappropriarsi del proprio tempo.
Il lusso è anche ricerca di nuove strade, la capacità di trovare nuove soluzioni : le sperimentazioni sono un lusso. Ed è un lusso trovarle e poterle avere.
Una citazione di Kapferer e Bastien nel libro “The luxury strategy dice: “My luxury is a very personal revelation about one’s secret dreams, something rare, highly emotional but not inaccessible, if only people had the courage or will do it”
‘Il lusso è la rivelazione del tutto personale di un sogno segreto,qualcosa di raro, molto legato all’emozione ma non inacessibile se solo la gente avesse il coraggio di farlo’.
Prima di questa pandemia anche chi aveva una capacità di spesa media poteva vivere nel lusso ora le distanze sociali si sono allargate.
Ecco perché più che mai oggi nel mercato dei beni di lusso si deve puntare molto sulla fidelizzazione del consumatore con servizi accessori, assistenza post- vendita, membership esclusive, ecc.
I colossi delle macchine di lusso come Ferrari, Lamborghini o Rolls Royce sono, non solo sempre attenti ai dettagli e all’estetica ( per un modello Rolls Royce ha coniato la frase "Phantom embodies a timeless elegance) ma anche attente ai clienti, creano Owner’s membership card senza scadenza dove i membri possono accedere a servizi speciali e ci dimostrano come queste macchine fanno parte di un lusso che non considera il trascorrere del tempo anzi è un elemento in grado di attribuire un notevole valore aggiunto .

In Italia, come in altri paesi si sono formate delle associazioni per favorire la competitività e la qualità di settori di lusso che vanno dal design alla moda. In ad esempio Italia si è formata un’organizzazione chiamata ‘Altagamma’ mentre in Francia il “Comité Colbert” e comprendono molte aziende e associazioni di alto valore che così possono presentarsi molto più facilmente anche a livello internazionale. Qui si dibatte di strategie e di come mantenere un’alta leadership.
Qual è la chiave strategica di queste associazioni? Prima di tutto concentrarsi sull’a fidelizzazione della clientela, il mantenimento di standard qualitativi elevati, l’internazionalizzazione e il miglioramento dei prodotti.
In questo contesto confuso, insicuro e gravemente toccato dalla pandemia cosa è importante e cosa è lusso?
Io penso , da addetta ai lavori ma ora soprattutto cliente, che bisogna focalizzare bene le aspettative e fare un passo avanti ma anche un passo indietro.
Il passo avanti, diventato obbligatorio, è quello di mettersi al passo con la tecnologia: non solo e-commerce che sembra la sola cosa a cui tutti puntano; è necessario potenziare a livello tecnologico gli strumenti che permettono di interagire con il cliente di tutto il mondo.
La telefonia mobile deve essere usata per mantenere costante il contatto col cliente, incuriosirlo, farlo sentire unico. Monitorare e analizzare la tipologia di cliente e la posizione di mercato attraverso la tecnologia.
Fondamentale è il marketing perché il lusso è sogno e uno degli strumenti validi per ricreare questo sogno è una buona strategia di marketing, e qui non si devono tagliare i costi.
Questo permette di sviluppare idee e continuare a accentrare la produzione sul core-businness delle aziende e non disperdere le poche risorse con la proposta di prodotti non in linea e quindi facilmente invenduti. Il lusso deve sempre puntare sul miglioramento e il cambiamento adattandosi alla realtà sociale.
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Il passo indietro invece va fatto investendo sulle persone sia a livello di lavoratori sia a livello di consumatori.
In momenti di possibilità limitate a livello finanziario è necessario rivalutare il ruolo del venditore che è un ‘mestiere’. Fino ad oggi tutti, laureati o non , anelavano a entrare in questo settore ma vendere non è facile e non è per tutti.
Ci vuole prima di tutto empatia e passione che traspaiono quando ci si confronta: io ho sempre ricevuto commenti sul mio lavoro proprio dai clienti che, anche se sconosciuti, mi facevano notare l’enfasi con cui presentavo il prodotto, la passione che viene da dentro, il crederci in quello che facevo.
Per questo bisogna essere sinceri e tagliare i costi sulle persone non adatte ma investire sui talenti, farli sentire considerati e farli crescere all’interno delle aziende: sono un valore aggiunto che si è completamente perso con l’andare degli anni, sbagliando e svuotando di significato questo mestiere.
Bisogna valorizzare le competenze e fare tesoro dell’esperienza di chi conosce il ’vendere’ e trasferirlo ai giovani.
In Italia, ad esempio, siamo poco propensi a farlo per paura di essere sorpassati o per incapacità di insegnare.
Facciamo tesoro di come si comportano altri paesi dove l’età o la foto su un curriculum non devono essere inseriti perché si valuta per primo l’esperienza delle persone… il resto? Verrà dopo e valutato a seconda del settore interessato.
Ho fatto training per un pubblico variegato, italiano ed estero e so che la formazione che oggi si chiama ‘e-learning’ serve molto poco. La vicinanza alle persone di talento, agli esperti e la voglia di ascoltarli è cento volte più efficace di un corso fatto in aula. Mi hanno insegnato che il cervello immagazzina informazioni con percentuali diverse: 20% se ascolta e basta, 50% se ascolta e guarda immagini , 80% se ascolta , guarda e interagisce col formatore, ma il 100% se a tutto questo si aggiunge l’esperienza sul campo. Spesso quello che viene insegnato non è traducibile nella realtà. L’ormai decantato ‘story telling’ funziona solo se non è ripetuto come una lezione di scuola ma se è sentito e vissuto!

Io personalmente sono molto sensibile all’approccio di chi mi sta di fronte e capisco se c’è un background di competenza, cortesia non finta, confronto empatico… e questo anche al ristorante e non solo nelle boutique dei brands.
Io, come moltissimi clienti, mi affeziono alla persona che mi sta servendo e il prodotto diventa meno importante: non secondario ma, con la vasta scelta di oggi, non in primo piano.
Altra cosa del passato è mantenere la qualità perché spesso a fronte di prezzi rialzati per vari motivi si acquistano prodotti che un tempo erano perfetti e duraturi mentre ora sono qualitativamente molto meno all’altezza.
La pandemia deve insegnare a rivalutare la sostenibilità , l’artigianalità italiana dandole valore e visibilità; ricominciare a scegliere materie prime di eccellenza, nutrire il sogno per il bello e il diverso che sia esso un abito, un mobile o una persona con una fisicità normale: le modelle, le influencer non mi attirano più.
Io cerco altro, cerco la credibilità di un progetto; gli artigiani vanno riportati alla ribalta, avere visibilità ancor più che quei personaggi.
Cerco persone che non siano piaggiatori nello spingermi a compare o a entrare in un certo ristorate ma gente competente, sorridente, dialogante con una certa cultura con cui mi posso confrontare.
La voglia di comprare non mi è passata! L’autunno mi fa venire voglia di cambiare abiti, oggetti per la casa e altro ma non sono più disposta a farlo solo per mostrare, ho bisogno di soddisfare prima di tutto me stessa complimentandomi per aver ricevuto un servizio ( anche post vendita) eccellente ma spontaneo, apparentemente disinteressato e con il desiderio di poter ritornare nello stesso posto con piacere!
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